Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

venerdì 11 agosto 2017

La crisi del mondo moderno

La crisi del mondo moderno

Se dunque si dice che il mondo moderno subisce una crisi
ciò che così si vuole abitualmente esprimere
è che esso è giunto ad un punto critico, o, in altri termini,
che a breve scadenza, volendolo o no, in un modo più o meno brusco,
con o senza una catastrofe,
dovrà inevitabilmente sopravvivere un mutamento di orientazione.

Questo significato dato al termine " crisi  " è del tutto legittimo
e corrisponde in parte a quel che noi stessi pensiamo : ma solo in parte,
poiché, ponendoci da un punto di vista più generale,
noi crediamo che tutta l'epoca moderna nel suo insieme
rappresenti per il mondo un periodo di crisi.
Sembra d'altronde che ci si avvicini alla soluzione,
il che rende oggi più particolarmente sensibile che in qualsiasi altro periodo
il carattere anormale di uno stato di cose il quale dura già da qualche secolo,
ma le cui conseguenze mai furono così visibili quanto ora.
Questa è anche la ragione
per cui gli avvenimenti oggi si svolgono con una velocità accelerata.
Ciò, senza dubbio,
può continuare ancora per qualche tempo, ma non indefinitamente
Ed anche se non si è in grado di fissare un limite preciso,
pure si ha l'impressione che un simile stato di cose
non può durare ancora per molto.
[…]
certe persone sentono confusamente la fine imminente di qualcosa
di cui esse non possono definire con esattezza la natura e la portata;
bisogna ammettere che di ciò esse hanno una percezione effettivamente reale,
benché vaga e soggetta a false interpretazioni o a deformazioni immaginative,
giacché, quale che sia questa fine,
la crisi che in essa deve necessariamente sboccare è visibilissima
e una quantità di segni non dubbi e facilmente riconoscibili
conducono tutti in modo concordante alla stessa conclusione.
Questa fine non è certo la « fine del mondo  »
nel senso totale in cui molti vogliono intenderla,
ma è almeno la fine di un mondo :
e se quel che deve finire è la civiltà occidentale nella sua forma attuale,
è comprensibile che coloro che si sono abituati a non veder più nulla fuori di essa,
a considerarla come « la civiltà  » per eccellenza,
credano facilmente che tutto finirà con essa e che, se essa scomparirà,
sarà veramente « la fine del mondo  ».
Noi diremo dunque, per ricondurre le cose alle loro giuste proporzioni,
che sembra invero che noi ci avviciniamo alla fine di un mondo,
cioè alla fine di un’epoca o di un ciclo storico,
il quale può d’altra parte essere in corrispondenza con un ciclo cosmico …
[…]
ciò non costituisce una ragione per limitarsi a subire passivamente
il perturbamento e l’oscurità che sembrano momentaneamente trionfare,
poiché, se così fosse, non avremmo che da starcene in silenzio.
Ragione invece vi è di lavorare, finché sia possibile,
per preparare l’uscita da questa « età oscura  », la cui fine più o meno prossima,
benché non del tutto imminente, è già preannunciata da molti indizi.
Anche questo rientra in un’idea superiore di ordine,
poiché ogni equilibrio è il risultato della azione simultanea di due tendenze opposte;
se l’una o l’altra di esse potesse interamente cessar di agire,
l’equilibrio sarebbe perduto per sempre e il mondo stesso svanirebbe.
Ma una tale supposizione sta fuori della realtà,
i due termini di una opposizione non traendo senso che l’uno dall’altro.
Quali possano pur essere le apparenze,
si può esser sicuri che tutti gli squilibri parziali e transitori
concorreranno, alla fine, a realizzare l’equilibrio totale.

- Réné Guenon -
Prefazione dell’autore

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