Culturalmente ultra-capitalisti
( ma non sanno di esserlo )
Gli studenti internazionali della Generazione Erasmus,
così come il clero politico-economico e accademico-mediatico
di complemento al globalismo e all’imposizione planetaria del dogma del libero mercato,
ritengono infatti che fermare il capitalismo equivalga a fermare il progresso
e pertanto assumono il ruolo, innegabile, di guardia pretoriana
dei meccanismi, anonimi e impersonali,
di riproduzione del capitalismo sfruttatore.
La Generazione Erasmus è infatti contraria al liberismo selvaggio in economia
( nel senso che gli studenti internazionali di nuovo conio vorrebbero,
dopo il semestre di “ vacanza-studio ” a zonzo per l’Europa e gli USA,
“ piazzarsi ” nei meccanismi di riproduzione della società di mercato
come piccoli borghesi novecenteschi retribuiti, para-statalizzati
e assunti a tempo indeterminato )
ma è favorevole alla teologia delle nuove forme di comunicazione digitale globale
( dai voli low cost per raggiungere in un paio d’ore di viaggio
le destinazioni più esotiche e rinomate in tema di possibilità di accesso, a costi contenuti,
al divertimentificio postmoderno e fino ai dispositivi hi tech in stile smatphone, ecc... )
direttamente generatrici e responsabili
dei processi di radicalizzazione del liberismo in economia
e di consolidamento della società dello sfruttamento e della precarizzazione di massa
in ambito occupazionale ed esistenziale.
[...]
In altri termini, gli studenti Erasmus Generation
sono contro la precarietà economica e occupazionale, ma a favore della società di mercato
E questo atteggiamento,
volutamente utilitaristico e codardo, da parte delle nuove generazioni
conquistate alle logiche individualistiche proprie di una società di sopraffazione,
rappresenta una palese, vergognosa e insanabile contraddizione in termini.
tratto da :
Generazione Erasmus
I cortigiani della società del capitale e la "guerra di classe" del XXI secolo
- Paolo Borgognone -
Oaks Editrice pp. 514
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