[...]
Eppure un tempo, che non è poi così lontano, eravamo un paese brioso
il più allegro dei popoli, secondo gli stereotipi diffusi nei secoli.
Eravamo il paese del familismo, ossia il paese che, per Longanesi,
sventolava una bandiera nazionale, “ Tengo famiglia ”.
Eravamo il paese che faceva più figli, famiglie numerose e in fondo unite,
prole per le strade, i’ criature e i guagliune dappertutto.
Eravamo un paese da passeggio, che popolava le strade, gremiva le piazze,
loquace e conviviale, anche tra sconosciuti, soprattutto da Roma in giù.
Cos’é accaduto di così devastante nel giro di pochi decenni
che ci ha ridotto così, con quelle statistiche tetre, quegli orizzonti cupi
e il record occidentale del vecchiume ma non della buona vecchiaia ?
[...]
Quel che è terribile nei nostri giorni non è la radicalità e la profondità della crisi
ma l’assenza di reazioni, la totale accettazione di quel che sta accadendo,
la penosa ritirata in se stessi, barricandosi nei propri egoismi a raggio breve,
perché fuori non c’è nulla.
______________________________________________________________________
Esisteva un'Italia oggetto di stima in tutti i campi dell'ingegno umano,
che si va sempre più inabissando
causa un'ammucchiata di Politici che hanno portato il Paese alla rovina.
Ma anche di cittadini
che nonostante tutto continuano tranquillamente a dormire.
Riflettici anche tu.
Coraggio.
" Una nazione può sopravvivere ai suoi imbecilli
ed anche ai suoi ambiziosi,
ma non può sopravvivere al tradimento dall'interno.
Un nemico alle porte è meno temibile
perché mostra i suoi stendardi apertamente contro la città.
Ma per il traditore che si muove tra quelle, la porta è aperta,
il suo mormorio si sposta dalle strade alle sale del governo stesso.
Perché il traditore non sembra un traditore.
Parla una lingua che è familiare alle sue vittime
ed usa il loro volto e le loro vesti,
appellando alle profondità del cuore umano.
Marcisce il cuore di una nazione;
lavora in segreto come un estraneo nella notte,
per abbattere i pilastri della nazione,
infetta il corpo politico in modo inesorabile. "
- Marco Tullio Cicerone -
Nessun commento:
Posta un commento