Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

venerdì 15 marzo 2019

Gli studi classici e lo spirito del nostro tempo

La statua interiore da scolpire

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[...]
La cultura classica è da sempre un veicolo privilegiato per leggere il presente
e per comprendere che le conquiste dell'umanità non sono definitive
ma occorre vegliare e analizzare ciò che abbiamo realizzato nel corso della storia
per crescere e formarci come cittadini, dotati di spirito critico
consapevoli dei propri diritti e doveri.
Lo studio del latino e del greco apre la mente
insegna a ragionare, spiega la logica, aiuta a comprendere meglio l'italiano
e tutte le altre lingue su cui hanno influito.
Tradurre una versione di latino e di greco insegna l'analisi
la sintassi, l'osservanza del particolare nell'insieme
abitua all'attenzione per gli usi linguistici e i costrutti lessicali.
Dall'analisi delle civiltà latina e greca si apprendono i fatti, le istituzioni
i pensieri politico-filosofici che sono alla base della nostra cultura contemporanea.
Poco importa se i loro valori sono ormai obsoleti.
I lati più luminosi e più oscuri della natura umana
sono stati descritti con precisione da autori latini e greci.

Approfondimento...
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Sic effata et osculis hiantibus filium diu ac pressule sauiata proximas oras reflui litoris petit, plantisque roseis uibrantium fluctuum summo rore calcato ecce iam profundi maris sudo resedit uertice et ipsum quod incipit uelle, set statim quasi pridem praeceperit, non moratur marinum obsequium : adsunt Nerei filiae chorum canentes et Portunus caerulis barbis hispidus et grauis piscoso sinu Salacia et auriga paruulus delphini Palaemon; iam passim maria persultantes Tritonum cateruae hic concha sonaci leniter bucinat, ille serico tegmine flagrantiae solis obsistit inimici, alius sub oculis dominae speculum progerit, curru biiuges alii subnatant. Talis ad Oceanum pergentem Venerem comitatur exercitus.

Così gli parlò stringendosi forte al seno quel suo figliuolo baciandolo a lungo.
Poi si diresse alla spiaggia vicina, là dove batte l’onda
e sfiorando con i rosei piedi le creste spumose dei fervidi flutti
ristette alfine sulla calma superficie del mare;
e il mare le rese omaggio, a un suo cenno, com’ella desiderava
come se tutto da tempo fosse già stato voluto :
le danzarono intorno le figlie di Nereo cantando in coro
e Portuno con l’ispida barba azzurra e Solacia col grembo colmo di pesci
e il piccolo Palemone che cavalcava un delfino.
Qua e là fra le onde esultavano a schiera i Tritoni
 l'uno soffiava dolcemente nella conchiglia sonora, un altro con un velo di seta
faceva schermo all’ardore molesto del sole
un terzo sosteneva uno specchio dinanzi agli occhi della dea
gli altri nuotavano a coppie aggiogati al suo cocchio.
Un tal seguito scortava il viaggio di Venere verso l’oceano.

- Lucio Apuleio -
L'ASINO D'ORO
La favola di Amore e Psiche
Libro IV - XXXI

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