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martedì 17 novembre 2020

La piaga del Bel Paese

LA PIAGA DEL BEL PAESE

Ignavi e traditori


Gli ignavi
sono quelle anime che non avendo mai preso posizione in vita
non avendo udito, veduto o parlato
hanno lasciato che si compissero i piani del maligno, senza batter ciglio.
Per Dante essi non meritano né le gioie del paradiso né quelle dell’inferno.
Stanno in un limbo che è l’anticamera dell’Inferno.
Quasi a dire che senza di loro non se ne spalancano le porte.
Loro, e le buone intenzioni di cui sono lastricate le vie di quel luogo nero.
[...]
Di loro Dante diceva
che erano coloro che vissero senza infamia e senza lode
insieme agli angeli che
... non furono ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé foro ”.
La loro pena è che
 ... non hanno speranza di morte
e la loro cieca vita è tanto bassa che invidiosi sono d’ogni altra sorte.
Talmente privi di misericordia e giustizia da concludere :
“  ... non ragioniam di loro, ma guarda e passa.
[...]
Questi ignavi di cui è composto in gran parte il Paese
fanno dell’omertà e della pavidità il loro motto intriso di ignoranza
intesa nel senso di non porsi mai domande.

Non parlare, non guardare, non agire, non sapere.

E’ grazie a loro che un gruppo di criminali patentati
sta tentando di ridurre l’umanità a capi di bestiame imbrogliati e manipolati.

[...]
Invece Beppe Grillo
[...]

Non so dove collocare Grillo nell’Inferno dantesco
se nell’ottava bolgia tra i consiglieri fraudolenti
oppure nella decima tra i falsari di parole (a difesa dei falsari di moneta);
forse è il nono cerchio che gli si addice di più
tra i traditori della Patria
come quel Conte Ugolino che oltre a tradire la Patria
fagocitò i suoi figli, simbolicamente intesi qua come i suoi elettori.


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