Società liquida e identità fluida
La richiesta del Vaticano
di modificare il disegno di legge del piddino Zan sulla cosiddetta “ omotransfobia ”
si presta a molteplici considerazioni.
Il cuore della questione, inutile nasconderselo, è Politico
e in quanto Politico, etico e filosofico.
L’oggetto del contendere è il soggetto per eccellenza :
qui si parla dell’identità dell’Essere umano, in altre parole cosa questo Essere sia.
Così ci paiono secondari, sia gli aspetti concernenti la revisione del Concordato
( sottoscritta nel 1984 tra Stato Italiano e Stato pontificio )
sia l’aspetto maldestro della legge Zan
- quello per cui, dietro alla foglia di fico della “ protezione dell’identità di genere ” -
si vorrebbe introdurre nell’ordinamento sanzioni penali per chi compia
“ atti di discriminazione fondati su sesso, genere
orientamento sessuale, identità di genere o disabilità ”.
Non che non sia rilevante l’aspetto giurisprudenziale
è che questo cela, ci perdoni Thomas Khun
un vero e proprio cambiamento di paradigma.
[...]
C’è da chiedersi ( caso da manuale della Finestra di Overton )
come si sia giunti a questo punto, attraverso quali progressivi passaggi
l’inconcepibile è diventato accettabile, quindi ragionevole, infine politicamente prescrittivo.
[...]
Siamo ad un passaggio epocale che mentre fa strame di tutto ciò che è tradizione
lascia il futuro in balia della più inquietante incertezza;
ciò che spiega quello che abbiamo chiamato punto di follia
l’abissale smarrimento esistenziale
un disagio che coinvolge tutte le sfere dell’umano vivere :
spirituale, materiale, culturale, psicologica, affettiva, emozionale.
Un passaggio di cui la vicenda gender è icastica metafora.
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