Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo più opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

Testo scorrevole

► Solo chi porta in sé l’Impronta si riconoscerà a vicenda. Segno lampante d’identificazione lasciato dalle cicatrici del Passato.

domenica 10 aprile 2022

Paura e dominio

Paura e domino

La malattia perfetta che non finisce mai


La malattia perfetta.
Quella che non si sa come sia nata, come si affronti, come si curi.
La malattia che si associa a mille altre malattie. Che può esser causa di tutti i possibili sintomi.
Che non finisce mai, che produce conseguenze a ripetizione, che lascia uno strascico infinito.
La malattia molto contagiosa, assolutamente insidiosa
che puoi avere anche senza saperlo.
👇
Che solo il sistema ha modo di diagnosticare.
 Che solo con un approccio preventivo, ufficiale
indefinitamente reiterato e standardizzato
nei confronti del quale è pretesa un’adesione acritica e una fede cieca, può essere affrontata.
Che solo un cocktail di norme rigide, confuse, mutevoli e contraddittorie può regolamentare.
Una malattia burocratica, la cui gestione è sottratta ai medici e affidata agli archivi elettronici.
Che non riceve assistenza dagli ambulatori ma dai call center.
Che va trattata con questionari e con quesiti a cui rispondere a distanza
e non con auscultazioni e visite specialistiche.
Una malattia che paralizza e disattiva il sistema sanitario pubblico
a vantaggio delle grandi catene di cliniche private.
Una malattia che crea isolamento e divisione, diffidenza e disprezzo.
Una malattia che serve a imporre restrizioni e sottomissioni.
Che produce discriminazione e sottrazione sistematica
di ogni diritto e di ogni libertà personale.
Che impone il potere di polizia, la criminalizzazione del dissenso, la delazione e il tradimento.
Che richiede lo stato di emergenza, l’uomo forte al comando
la sospensione delle norme costituzionali.
Che comporta l’allontanamento sociale dei dissidenti, il disprezzo pubblico verso i dubbiosi
la perdita del lavoro per chi non si allinea.
La malattia che distrugge le piccole realtà imprenditoriali
consegnando il loro giro d’affari, frutto del lavoro di decenni o addirittura di secoli
a gigantesche multinazionali nate ieri e già in cima all’economia mondiale.
Che produce quantità industriali di disoccupati
assicurando risparmi stellari al sistema pensionistico statale
e accelerando vertiginosamente quel processo di automazione produttiva
che porterà, quanto prima, alla piena sostituzione della macchina all’uomo.
Macchine che obbediscono senza chiedere.
Che non necessitano di illuminazione, riscaldamento
assicurazioni sugli infortuni, tutele sindacali, contratti, stipendi.
Macchine che eseguono senza dissentire. Senza scioperare mai.
Una malattia che sbatte fuori dalle scuole gli insegnanti più critici
che forma i giovani alla sudditanza e alla paura.
Quella paura sulla base della quale ogni popolo può esser dominato e asservito al potere.
Quella paura della morte che soltanto una malattia perfetta come questa
può risvegliare e mantener costante in ogni singolo attimo della giornata.
La malattia perfetta. Quella che non inizia e non finisce.
La malattia che scava una profonda e fredda tomba, una volta per tutte
 nell’esistenza vuota di chi ha ucciso per sempre, dietro ai suoi occhi ciechi
ogni attitudine al Pensiero.

- Pietro Ratto -
Bosco ceduo
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