Catastrofe annunciata
Due leoni e un vento
Per quel che conta, a titolo strettamente personale
avverto un'estrema difficoltà in questo momento
  a frequentare i media o social media senza sofferenza.
  La mia percezione - ovviamente fallibile, mi auguro erronea
  è che siamo in una di quelle fasi storiche che precedono una
    catastrofe.
    Queste fasi storiche
  
    - la più studiata è la fase immediatamente precedente alla Prima Guerra
      Mondiale -
  
    sono caratterizzate ( lo vediamo bene a posteriori )
  
    da una sorta di accecamento collettivo, un'incapacità di uscire dai
      vecchi schemi
  
    da stantii riflessi condizionati
  
    mentre la storia ci sta portando su scogli che abbiamo visti affiorare da
      tempo.
  
    La percezione è quella di uno scollamento totale, irredimibile
  
    tra le coscienze di chi verrà chiamato a giocare le prossime
      partite
  
    ( elettorato e classi dirigenti )
  
    e la durezza di una realtà che ci ha già detto in faccia a muso
      duro
  
    che stiamo per venire travolti.
  
Abbiamo costruito una società che, nel migliore dei casi
    ci addestra alla furbizia, mai all'intelligenza
  
    e finiamo per credere che basti sempre una mossetta capace di sbilanciare
      chi ci sta di fronte
  
    per passargli davanti in fila
  
    e questo basta a pensare di aver avuto successo.
  
    Questo paese e la sua classe dirigente vanno semplicemente ricostruiti da
      capo.
  
  
    E per le ricostruzioni ci sono due percorsi :
  
    o si usano le strutture esistenti per rimpiazzarle pezzo a pezzo
  
    ( riformismo illuminato, palingenesi politica )
  
    oppure si attende la catastrofe
  
    sperando che essa lasci in piedi almeno i materiali da costruzione per un
      mondo nuovo.
  
    Tentare la prima strada è un dovere, senza alternative
  
    perché le catastrofi solo talvolta consentono di ricostruire
  
    più spesso spengono intere civiltà e travolgono interi popoli.
  
    Ma più mi guardo in giro, più ho l'impressione che la gravità della
      situazione
  
    la pericolosità della strada su cui ci muoviamo non sia affatto
      percepita.
  
    E solo quella percezione
  
    consentirebbe di mobilitare una serietà d'intenti all'altezza della
      situazione.
  
    Così, non riesco a togliermi dai pensieri fissi e ricorrenti
  
    " Mentre stavano in questi e simili ragionamenti
  
  
      è fama che sopraggiungessero due leoni, così rifiniti e maceri dall'inedia
    
    
      che appena ebbero forza di mangiarsi quell'Islandese; come fecero;
    
    
      e presone un poco di ristoro, si tennero in vita per quel giorno.
    
    
      Ma sono alcuni che negano questo caso, e narrano che un fierissimo vento
    
    
      levatosi mentre che l'Islandese parlava, lo stese a terra
    
    
      e sopra gli edificò un superbissimo mausoleo di sabbia :
    
    
      sotto il quale colui diseccato perfettamente, e divenuto una bella mummia
    
    
      fu poi ritrovato da certi viaggiatori
e collocato nel museo di non so quale città di Europa."
e collocato nel museo di non so quale città di Europa."
    -
        Andrea Zhok
        -
  
  
    Il clima d'inedia e sfiducia che sta corrodendo l'Italia
      contemporanea
  
  
    frenando gli slanci necessari per affrontare i pericoli incombenti.
Gonfiare le vele facendo rotta verso una meta anche solo vagheggiata
... qualunque essa ...
  Gonfiare le vele facendo rotta verso una meta anche solo vagheggiata
... qualunque essa ...
    forse è l'unico mezzo di riscatto rimasto.
  
  
  

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