Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo più opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

Testo scorrevole

► Solo chi porta in sé l’Impronta si riconoscerà a vicenda. Segno lampante d’identificazione lasciato dalle cicatrici del Passato.

sabato 5 novembre 2022

Orecchie e serrature

Orecchie e serrature

Senza fare di tutta l'erba un fascio

Nei tempi antichi gli uomini si servivano dei tormenti della ruota.
Oggi di quelli della stampa. È un miglioramento, senz’altro.
Ma è ancora una cosa molto cattiva, sbagliata, de­moralizzante.
Qualcuno ( Burke ? ) definì il giornalismo il quarto potere.
Cosa vera allora, indubbiamente.
Ma attualmente esso costituisce sul serio l’unico potere. Si è mangiato gli altri tre.
I Pari temporali tacciono, i Pari spirituali non hanno nulla da dire
e la Camera dei Comuni non ha nulla da dire e lo dice.
Noi siamo dominati dal giornalismo.
In America il presidente regna per quattro anni e il giornalismo nei secoli dei secoli.
Fortunatamente, in America, il giornalismo ha spinto la sua autorità
al limite massimo di grossolanità e brutalità.
Come naturale conseguenza, ha preso a creare uno spirito di rivolta.
Il popolo ne è divertito o disgustato, secondo gli umori.
Ma non sarà più la vera forza che era. Non è trattato seriamente. 
In Inghilterra, salvo alcuni ben noti esempi
il giornalismo, non essendo giunto a tali eccessi di brutalità
è ancora un grande elemento, un potere veramente notevole.


La tirannia che si propone di esercitare sulla vita privata dei cittadini
a me sembra del tutto straordinaria.
Il fatto è che il pubblico possiede una insaziabile curiosità di conoscere ogni cosa
a eccezione di ciò che merita essere conosciuto.
Il giornalismo, conscio di questo e avendo propensioni bottegaie, soddisfa la richiesta.

Nei secoli precedenti al nostro, il pubblico inchiodava le orecchie dei giornalisti alla gogna.
Una cosa assolutamente esecrabile.
In questo secolo, i giornalisti si sono inchiodati le orecchie al buco della serratura.
Una cosa assai peggiore.
E ciò che aggrava il guaio è che i giornalisti più biasimevoli
non sono quelli divertenti che scrivono per i cosiddetti giornali mondani.
Il danno è opera dei giornalisti seri, pensosi, coscienziosi
i quali con solennità, come attualmente fanno, trascinano dinanzi agli occhi del pubblico
qualche avvenimento della vita privata di un grande statista, di un uomo
che è il maggior esponente di un pensiero politico e il creatore di una forza politica
e invi­tano il pubblico a discutere su quell’avvenimento, a esercitare in proposito la propria autorità
a esprimere le proprie opinioni, e non soltanto a esprimerle ma a tradurle in atto
a imporre all’uomo soprattutto altri scopi, a imporli al suo partito, a imporli al suo paese;
in realtà a rendersi ridicolo, offensivo e dannoso.
Le vite private degli uomini delle donne non dovrebbero essere raccontate al pubblico.
Il pubblico con esse non ha nulla a che fare.

Probabilmente esistono alcuni giornalisti
che godono veramente nel pubblicare cose orribili, o che, essendo poveri
fanno affidamento sugli scandali per formarsi una specie di base permanente di reddito.
Ma esistono altri giornalisti, ne sono certo, uomini colti ed educati
ai quali dispiace veramente pubblicare tali cose, che sanno quanto sia sbagliato farlo
e che lo fanno soltanto perché le incerte condizioni in cui si svolge la loro occupazione
li obbliga a fornire al pubblico ciò che il pubblico vuole, e a competere con altri giornalisti
per rendere quanto viene loro richiesto il più completo e soddisfacente possibile
per il volgare palato popolare.
Si tratta di una posizione estremamente degradante
per chiunque abbia cultura ed educazione
e io non dubito che la più parte di essi ne soffra intensamente.

- Oscar Wilde -

Ed. Feltrinelli - Milano 1995

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Oggi più che allora
una riflessione necessaria da considerare in questi tempi
così volutamente intorbiditi

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