Il totalitarismo dei buoni sentimenti
Il totalitarismo del buoni sentimenti ha i suoi cani da guardia
pronti a riportare all’ovile
chiunque dissenta od osi manifestare pubblicamente dei dubbi.
Si vuole neutralizzare la coscienza critica, censurare qualunque forma di dissidenza
e introdurre lo psicoreato.
Per chi sgarra la prima sanzione è l’avvertimento sul web
tramite le armate di haters e cyberbullisti.
Si passa poi all’esclusione dal dibattito
(altrimenti l’imputato potrebbe spiegare le proprie motivazioni e irretire altre deboli menti),
infine alla punizione.
Chi dissente va censurato, deve arrivare a vergognarsi
non solo di quello che ha detto ma di quello che ha “ osato ” pensare.
Potrà pertanto essere riaccettato nella comunità solo a patto di umiliarsi
e chiedere pubblicamente perdono.
Altrimenti verrà escluso dalla comunità, “ vaporizzato ”.
Il politicamente corretto
è divenuta una vera e propria ideologia che riscrive la lingua,
indica una morale a cui sottostare
e riprogramma le menti e i comportamenti delle masse
per renderci docili sudditi di una dittatura dolce.
- Enrica Perrucchetti -
18 Nov 2019
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Imperterriti persistono a praticarlo
ma sempre più spesso presagistici scricchiolii si percepiscono dai fatti.
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