Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

venerdì 23 febbraio 2024

Assuefazione e sagacia

Assuefazione e sagacia

Caro F.
[...]
ll mondo è ormai assuefatto a tutto.
In un mare di buonismo e solitudine la gente cerca di far parte di qualcosa che non esiste
e non si rende più conto di cosa è giusto e cosa è sbagliato
bisognosa di farsi rassicurare dalla propaganda per sentirsi dalla parte giusta.
E mi chiedo cosa potrà scuotere realmente questo mondo così triste, spietato e abulico.
Sono arrivato alla conclusione che condividere video e informazioni non allineate
è il modo migliore per perdere amici, o presunti tali.
Sono mesi e mesi che mando ad amici e parenti il frutto delle mie ponderate ricerche
ma non ho ottenuto la benché minima soddisfazione.
Non lo faccio per gloria personale (mi conosci)
bensì per la compiacenza di aver potuto aiutare qualcuno
a prendere coscienza della vera realtà dei fatti.
Macché. Niente da fare.
Inizialmente qualcuno ha dato cenni di curiosità,
ma poi, la vita quotidiana lo ha risucchiato.
Mi chiedo come facciano, dal momento che per me
non c'è una sola giornata in cui non sia infuriato per quello che accade.
Il senso di impotenza davanti alle carneficine e alle brutture del mondo è frustrante
ma almeno con il pensiero voglio lottare fino alla fine.
Se è vero come qualcuno sostiene che il pensiero genera realtà, spero che realtà sarà.
[...]
P.S.
In quel Bar Pasticceria ottimo il caffé e dolciumi sopraffini.
Alla prima occasione bisseremo. 😊                      C......

C. carissimo ti rispondo.
È proprio così: non vogliono vedere… consapevolmente.
👇
Anche io sono un combattente silenzioso… e comunque testimone.
Da tempi non sospetti ho capito che non serve adirarsi verso chi non vede.
Quel che serve ( all’occasione )
è sostenere e comunicare alle persone con cui ci si relaziona
una informazione sostenuta però da una buona conoscenza dei fatti;
che sia profonda… lucida... consapevolmente convinta
... e ancorata nel nostro animo.
Essere " estranei allo spirito di questo tempo " tra le altre cose
significa sapersi elevare dal piano livellato dell'informazione
verso quello della conoscenza più profonda.
È vero che questo esige tempo… attenzione… e presenza a sé stessi
ma sicuramente scaccia il demone della "quantità
da cui siamo invece continuamente assaliti
e che suggerisce l’illusione che tutto possa risolversi
attingendo alla "buona informazione" contrapposta alla "cattiva informazione".

È così che vengono a mancare le vere chiavi interpretative del nostro Tempo.
E come assistiamo quotidianamente…
si finisce nel vortice della contro-suggestione senza rendersene minimamente conto.

In un'ottica tradizionale il "mito" dell'informazione
è solo uno egli ultimi precipitati del Regno della Quantità
un’altra manifestazione di un sapere (il nostro) che ormai è solamente profano.
È il caso di chiedersi perciò
se davvero siamo diversi da questo Tempo che tanto critichiamo
o se ci siamo solo posizionati su una riva…
credendo che fosse ancora salubre e pulita.

Ti ricordo Pasolini…

« L'educazione delle masse è stata assunta dalla televisione. E la televisione è dovunque nelle mani dei privati, cioè del Potere. Dunque agisce nel loro interesse, e contro l'interesse degli spettatori, cioè delle masse. Solo che il suo funzionamento è assai più pervasivo, più potente, più subdolo: l'educazione si realizza manipolando. E la manipolazione avviene in forme accattivanti, divertenti, solleticanti, tendenti al massimo ascolto.

Così siamo stati “educati". Dunque il problema all'ordine del giorno è mettere a fuoco una verità elementare. È la tv a plasmare gli individui e a definire lo stato psicologico, intellettuale, morale di un popolo intero. In quanto tale, essa non dovrebbe essere né al servizio dei pochi, né fuori dal controllo democratico dei molti. In una società “debole”, cioè con un livello civile ridotto o elementare, la tv ha effetti più devastanti. Cento trasmissioni sono devastanti per lo stato intellettuale e morale di un intero paese. Hanno prodotto lo spettacolo necessario per stemperare gli obiettivi di trasformazione sociale; per oscurare, marginalizzare, ridicolizzare la critica al sistema; per produrre il rumore di fondo sufficiente a impedire l’ascolto di altre voci (…).

Penso che per fare la televisione bisogna avere la patente. Perché l'informazione è un diritto e non può essere subordinata al mercato; perché la cultura è un patrimonio comune; perché l'educazione è un dovere. »

... e anche René Guénon

IL REGNO DELLA QUANTITA’
« La conclusione a cui si arriva è questa: negli individui la quantità predominerà tanto più sulla qualità, quanto più saranno ridotti ad essere, se così si può dire, dei semplici individui, e quanto più saranno, appunto per questo, separati gli uni dagli altri, il che, si badi, non vuol affatto dire più differenziati, poiché v’è anche una differenza qualitativa che è proprio l’inverso di quella differenziazione del tutto quantitativa che è la separazione in questione. Tale separazione fa degli individui solo altrettante ‘unità’, nel senso inferiore del termine, e del loro insieme una pura molteplicità quantitativa; al limite, questi individui saranno paragonabili ai pretesi ‘atomi’ dei fisici, sprovvisti cioè di ogni determinazione qualitativa; e benché di fatto questo limite non si possa raggiungere, è pur questo il senso in cui il mondo attuale si dirige. Non c’è che da guardarsi intorno per constatare che, ovunque e sempre di più, ci si sforza di ricondurre ogni cosa all’uniformità, si tratti degli uomini stessi, o delle cose in mezzo alle quali vivono, ed è evidente che un risultato del genere non può ottenersi se non sopprimendo, per quanto possibile, ogni distinzione qualitativa; ma quel che veramente è degno di nota è il fatto che per una strana illusione, taluni scambiano volentieri questa ‘uniformizzazione’ per una ’unificazione’, mentre, in realtà, essa ne rappresenta esattamen! te l’inverso, cosa del resto evidente dal momento che essa implica un’accentuazione sempre più marcata della ‘separatività’. La quantità, torniamo ad insistere, può soltanto separare, non unire; sotto forme diverse, tutto ciò che procede dalla materia non produce altro che antagonismo fra quelle unità frammentarie che sono all’estremo opposto della vera unità, o che almeno vi tendono con tutto il peso di una quantità non più equilibrata dalla qualità; ma questa ‘uniformizzazione’ rappresenta un aspetto troppo importante del mondo moderno, nonché troppo suscettibile d’essere falsamente interpretato, perché ad essa non consacriamo ancora ulteriori considerazioni”

“Servitore della macchina, l’uomo deve divenire macchina egli stesso, e il suo lavoro non ha più niente di veramente umano, perché non implica più l’intervento di nessuna di quelle qualità che costituiscono propriamente la natura umana. »
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