Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo più opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

Testo scorrevole

► Solo chi porta in sé l’Impronta si riconoscerà a vicenda. Segno lampante d’identificazione lasciato dalle cicatrici del Passato.

martedì 20 febbraio 2024

Il dubbio e la certezza

Il dubbio e la certezza

« Cosa serve all'uomo la certezza di Descartes ?
Il cogito ergo sum è una via sicura per la filosofia, ma che significa "sum" ?
Non significa "vivo" ?
E allora, se per la filosofia il dubbio è finito, per l'uomo non comincia ora ?
Col "cogito ergo sum" la filosofia ha stabilito le sue condizioni:
non solo non si può andare oltre il pensiero, ma non si può andare oltre l'essere;
è solo a questo patto che si è nel sapere,
fuori di qui le tenebre e la pazzia aspettano l'uomo, e la notte più profonda.
Non è di questo del resto che ci aveva avvertito Aristotele,
quando aveva detto forse le più misteriose parole che avesse mai pronunciate ?
Nel XII libro della Metafisica,
lo stesso in cui egli fa tutto il possibile per motivare con i principi universali la necessità di fermarsi,
egli infatti così giustifica : "... se non si vuole ricorrere alla notte, al caos, al non essere... "
e trasforma la necessità di fermarsi nella necessità dell'essere.
Ma che cos'è che rende così sicuro Aristotele che, ad onta delle sue proibizioni,
l'uomo non solo possa pensare il non essere, ma anche volerlo ? »


Crepuscolo e notte prende per la prima volta veste di libro a più di cinquant’anni dalla pubblicazione sulla rivista letteraria catanese Incidenza. Giungono così all’odierno lettore l’acuminato rigore, l’aspra inquietudine del filosofo, e l’annuncio di uno scrivere inteso come «atto totale». Crepuscolo e notte – che avviò, negli anni Sessanta, la collaborazione di Manlio Sgalambro alla rivista Tempo presente – è forse il saggio in cui più compiutamente, tra i testi che egli ha scritto in quei decenni, è possibile riconoscere le tracce dell’opera a venire, di un esordio che precede di molti anni la rivelazione e l’urto de La morte del sole.

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