Civiltà in transizione
  Le proiezioni salvifiche nello "Stato":
  più siamo infantili e più la nostra vita è regolata dallo Stato.
  Ci scrive Jung :
  « Un sano istinto, perfino quello dell’autoconservazione (...)
  va perduto infatti nella misura in cui viene demandato allo Stato.
  La delega allo Stato significa che ci si attende salvezza da ogni altro ( =
    Stato)
  tranne che da sé stessi.
  Ognuno si regge all’altro con un falso senso di sicurezza,
  perché quando ci si regge insieme ad altri diecimila è sempre come se si
    fluttuasse nell’aria,
  con la sola differenza che non si nota più l’insicurezza della propria
    posizione.
  L’accrescersi delle attese nello Stato non è un buon sintomo,
  perché indica che il popolo è ben avviato a trasformarsi in gregge,
  che attende sempre dai pastori di essere condotto in buoni pascoli.
  Non ci vuol molto, poi,
  perché la verga del pastore si trasformi in una spranga di ferro e i
    pastori in lupi.
  Chiunque sia ancora in possesso del suo istinto di autoconservazione
  sa perfettamente che solo un impostore può volergli togliere la
    responsabilità,
  perché nessuno che sia sano di mente
  penserebbe mai di assumersi la responsabilità per l’esistenza di un altro
    [...]
  [...]
  Chi tutto promette, nulla potrà mantenere, e chiunque abbia fatto troppe promesse
  va a rischio di usare mezzi ingiusti per adempiere alle sue promesse
  e si mette già sulla via della catastrofe.
  [...]
  Il continuo espandersi dell’assistenza statale,
  mentre è da un lato indubbiamente “una buona cosa, dall’altro però
  presenta il rischio di espropriare l’individuo della sua
    responsabilità
  e di produrre esseri INFANTILI e PECORONI.
  C’è inoltre il pericolo che gli individui che valgono
  vengano in definitiva sfruttati dagli irresponsabili,
  come succedeva su amplissima scala in Germania.
  Occorre fare in modo
  che il cittadino conservi a ogni costo il proprio istinto di
    autoconservazione, perché,
  una volta distaccato dalle radici nutritive dei propri istinti,
  l’uomo diviene un fantoccio in balìa di tutti i venti;
  allora non è più null’altro che un animale malato, demoralizzato e
    degenerato,
  e può ritrovare la salute solo tramite una catastrofe.»
- C.G . Jung -
  👀
È forse cambiato qualcosa ?
  
    « Non che l’uomo contemporaneo
  
  
    sia capace di maggiori malvagità dell’uomo antico o di quello
      primitivo
  
  
    – sostiene l’autore nello scritto Presente e futuro (1956). –
  
  
    Soltanto che egli possiede oggi mezzi incomparabilmente più potenti
  
  
    per affermare la sua cattiveria.
  
  
     Se la sua coscienza si è ampliata e differenziata,
  
  
    la sua costituzione morale è rimasta arretrata.
  
  
    Questo è il grande problema del giorno. »
  
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