Amato mio
Il lamento della madre
Un cantico cristiano di rito siriaco-maronita.
Ascoltarlo nel silenzio meditativo equivale ad adorare.
Oh mio diletto, mio diletto, in che stato sei ?
Chi ti vide, pianse per te, tu sei il redentore,
o mio diletto, qual peccato portò la giustizia con i suoi figli,
così ti aggiunsero di piaghe che non hanno guarigione
quando nel giardino di notte, il Redentore si prostrò al Dio.
Vedete, la lealtà è perduta
oh mio amore, amore mio che triste stato sei
in chi ti vede piangerà di malinconia,
hai dato la tua vita per noi amore mio,
che colpa porti, quali ferite ti hanno messo,
nessuna cura è stata trovata
per quando in campo di notte tu, nostro dio;
inginocchiati per pregare
il mondo pregava con te per te
hai reso la preghiera una cosa grande
le olive frustate ti hanno chiamato per nome
amore mio, come te ne vai così,
nessuna fedeltà è rimasta nel mondo.
O amore mio, in che stato sei !
Sei un martire, coperto di ferite.
Quando nel frutteto ti sei inginocchiato
la terra pregava, gli ulivi piangevano.
O amore mio, come parti !
E anche la tua fedeltà andrà perduta ?
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