La morte del piccolo IO
Nella mistica di Tauler, discepolo di Eckhart,
la morte del piccolo io diviene un bellissimo canto gioioso della suprema povertà
e conseguenza dell'abbandono dei ragionamenti discorsivi nella sponda del silenzio :
" Voglio intonare un canto nuovo: la nudità.
La purezza reale è vuota di pensiero, il pensiero deve ritrarsi.
Ho perduto il mio io egoico, sono ridotto a nulla.
Chi si è spogliato della ragione non ha inquietudini.
Ciò che mi è estraneo non m'illude ormai più,
son felice di essere tanto povero che ricco.
Nessuna immagine mi soddisfa, mi son liberato di me stesso.
Sono ridotto a nulla, chi si è spogliato della ragione non ha inquietudini.
Fondendomi con l'unità, ho superato le immagini, questa è l'unità reale.
Amore e dolore non mi feriscono.
Sono ridotto a nulla, chi si è spogliato della ragione non ha inquietudini.
Cessando di distinguere mi son liberato della ragione.
In me è solo presente la divinità una.
Non posso tacere, devo affermare :
Sono ridotto a nulla, chi si è spogliato della ragione non ha inquietudini.
Sono perduto nell'abisso, non ho più parole né lingua,
la divinità mi ha inghiottito.
Io sono disabitato, per questo le tenebre mi hanno rallegrato...
Il fuoco d'amore mi ha d'un tratto consunto. Ne sono morto.
Chi si è spogliato della ragione non ha inquietudini."
Questo canto di Tauler
potrebbe essere riassunto nelle parole di Paolo ai Colossesi 3,3 :
Siete morti
e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio.
Padre Mariano Ballester - Il Cristo, Il Contadino e il Bue.
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