ORIGIN
  ( Incipit )
  Sul vecchio treno a cremagliera che arrancava per la vertiginosa
    salita, Edmond Kirsch osservava la cresta frastagliata sopra di lui. In lontananza, il massiccio monastero di pietra costruito nella parete a picco pareva come
    sospeso, magicamente fuso con il fianco verticale della montagna.
    Quel luogo sacro e senza tempo della Catalogna resisteva da secoli
      all’inesorabile forza di gravità senza mai sfuggire al suo scopo
      originario: isolare i religiosi dal mondo moderno.
  
    “
      Per ironia della sorte, ora saranno i primi a conoscere la verità ”
      pensò Kirsch, chiedendosi quale sarebbe stata la loro reazione.
      Storicamente, gli uomini più pericolosi sulla terra erano uomini di Dio…
      specialmente quando qualcuno minacciava le loro divinità. “
      E io sto per sollevare un vespaio.”
    Quando il treno raggiunse la vetta, Kirsch trovò una figura solitaria ad
      attenderlo sulla banchina: un uomo scheletrico e avvizzito che indossava
      la tradizionale veste talare paonazza dei vescovi cattolici con rocchetto
      bianco e lo zucchetto. Kirsch riconobbe i lineamenti ossuti dalle foto che
      aveva visto di lui e avvertì una inaspettata scarica di adrenalina.
  
    “ Valdespino è venuto ad accogliermi di persona.”
  
    Il vescovo Antonio Valdespino era una figura temuta e rispettata in
      Spagna: non solo amico fidato e consigliere del re, ma uno dei più
      influenti e accesi difensori dei tradizionali valori cattolici e delle
      politiche conservatrici.
  
    « Edmond Kirsch, suppongo ? » chiese il vescovo appena Kirsch
      scese dal treno.
  
    « Mi dichiaro colpevole » rispose Kirsch con un sorriso,
      stringendo la mano ossuta del suo ospite.
  
  
    «
      Monsignore, desidero ringraziarla per aver organizzato questo
        incontro.»
  
    « E io le sono grato per averlo richiesto.» La voce del vescovo
      era più forte di quanto Kirsch si aspettasse, chiara e squillante come il
      suono di una campana. «
      Non ci capita spesso di essere interpellati da uomini di
        scienza, tanto meno da persone del suo calibro. Mi segua, prego. »
  
    Valdespino precedette Kirsch lungo la banchina, e l’aria fredda della
      montagna gli fece svolazzare la veste talare. «
      Confesso che lei è diverso da come immaginavo » disse. « Mi aspettavo
        uno scienziato, ma vedo che lei è piuttosto…» Osservò con un accenno di disapprovazione l’elegante abito Kiton K50 e
      le scarpe Barker in pelle di struzzo. «
      Stiloso, credo sia la parola giusta ? »
  
    Kirsch rispose con un sorriso garbato. La parola “stiloso” era passata di
      moda da anni.
  
    « Leggendo l’elenco delle sue imprese » disse il vescovo «
      non ho ancora ben capito cosa faccia, esattamente. »
  
    «
      Sono specializzato in teoria dei giochi e modelli informatici
      »
  
    «
      Quindi crea giochi per computer, quelli con cui si divertono i
        ragazzi
      ? »
  
  Kirsch intuì che il vescovo fingeva di non capire nel tentativo di apparire
    all’antica. In realtà, Kirsch sapeva che Valdespino era uno studioso assai
    ben informato di tecnologia, che spesso metteva in guardia gli altri dai
    suoi pericoli. «
    No, monsignore, in realtà la teoria dei giochi è un campo della
      matematica che studia i modelli per formulare previsioni sul futuro.
    » [...]
- Dan Brown -
  Origin
    (2017)
    ~ ~ ~
L’eterno conflitto tra scienza e fede, e le sfide
  L’eterno conflitto tra scienza e fede, e le sfide
    che le nuove tecnologie e l'intelligenza artificiale ci sottopongono sempre più spesso.
  
La lettura e i dialoghi nel testo
  
    sembrano renderci partecipi ad un dibattito su due contrastanti visioni del
    mondo.
  
  
    Sia la fede che la scienza sono due forme di conoscenza.
  
  
    Più la scienza aumenta il sapere umano, più l’uomo ha bisogno di credere in
    un Dio.
  
  Una scelta che non è d’obbligo.
Nessun commento:
Posta un commento