Catene
L'uomo nasce libero ma ovunque è in catene
Un uomo si sveglia una mattina in catene... e non sa come togliersele.
Per anni cerca qualcuno che lo possa liberare
finché un giorno passa davanti alla bottega di un fabbro
e vedendo che quello forgia il ferro gli chiede di aiutarlo.
Il fabbro acconsentì e con due colpi ben assestati rompe le catene.
L'uomo volle allora dimostrargli la sua gratitudine
e si mise a lavorare per lui diventandone il servo.
Passarono gli anni
e per il resto della vita quell'uomo rimase incatenato al fabbro
così trasformandosi in schiavo.
~ ~ ~ ~ ~
Solo, con le sue catene.
L’uomo vive e soffre di sé stesso, per essere nato e poi vissuto...
per non aver avuto troppo coraggio o per il troppo osato.
Piange e si dispera.
Ai polsi bruciano le catene delle sue sofferenze...
brillano dello scintillio della sua esuberanza...
rumoreggiano per la pesantezza dei suoi rimorsi.
Non trova pace alle sue angustie, non trova scampo ai rancori...
guarda sé stesso e non si trova...
non riconosce la sua voce, non sente le rassicurazioni della sua mente...
e resta lì, cristallizzato nel tempo
per non aver avuto troppo coraggio o per il troppo osato.
Piange e si dispera.
Ai polsi bruciano le catene delle sue sofferenze...
brillano dello scintillio della sua esuberanza...
rumoreggiano per la pesantezza dei suoi rimorsi.
Non trova pace alle sue angustie, non trova scampo ai rancori...
guarda sé stesso e non si trova...
non riconosce la sua voce, non sente le rassicurazioni della sua mente...
e resta lì, cristallizzato nel tempo
incapace di cogliere i colori dell’aria il respiro dell’erba...
i consigli del mare, la tenerezza della terra.
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