Il dolore della giovenca
Si sa che negli allevamenti una mucca gravida ha degli incubi
sapendo che le porteranno via il vitellino violentemente.
Per questo, già nel sonno, comincia a lamentarsi.
È accertato che le mucche hanno uno spiccato senso materno
e a lungo richiamano il vitellino che viene loro sottratto.
Ché sovente dinanzi ai simulacri
Splendidi degli Dei cade immolato
Sulle are fumanti incenso il vitello,
E dal petto gli sgorga un caldo fiume
Di sangue. Intanto va la desolata madre
Per i verdi campi errando (e impresse lascia
Del bipartito piede l'orme sul suolo),
Con gli occhi ricercando i luoghi intorno
Tutti quanti, se mai veder potesse
Il suo figlio perduto; e immobile
Riempie il bosco frondoso di lamento.
Torna di frequente a visitare le stalle,
Trafitta dal desiderio del suo giovenco.
Non l'erbe liete di rugiada, o i teneri
Salici, non d'alto le fonti cadenti
Possono consolare il cuore, e l'improvvisa
Piaga sanare; né la bellezza può d'altri
Vitelli gioiosi nei fioriti pascoli
Sviarla, e il dolore ristorare: perché
è un oggetto particolare
e noto al suo cuore quello che cerca.
All'essere umano che ignora la regola che permette di raggiungere una
vita serena
Lucrezio contrappone l'animale domestico, il quale già possiede tale
serenità
turbata solo dalle azioni malvage di quegli uomini che, troppo
spesso
decidono di infrangere i patti stipulati.
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