Vendetta
Caro F.
[...] avrei molte cose per cui urlare vendetta, in particolar modo
con qualcuno (sai chi) che mi ha fatto veramente del male in modo
gratuito.[...]
In questi giorni mi è stata offerta su un piatto d'argento oro platino e
diamanti
la possibilità di ricambiare lo stesso dolore [...] ma ho dato forfait.
Non me la sono sentita, anzi a dire il vero
non l'ho nemmeno valutata come un'occasione per potermi vendicare.
Sono stata leale, soprattutto nei confronti dell'affetto che ho provato e provo
per la persona che mi ha fatto del male, finché ieri sera, prima di
andare a dormire,
un pensiero si è affacciato nella mia testa: vendetta... dolce...
dolorosa... atroce vendetta.
E questo pensiero continua a girarmi per la testa...
In fondo a dire il vero ho superato tutto,
ma se solo penso a quanto sono stata male mi viene l'angoscia
e la voglia di ricambiare lo stesso dolore, credimi, è tanta.
La voglia di distruggere la situazione idilliaca
costruita intorno alle bugie e alle menzogne che ho dovuto
sopportare
e scoprire troppo tardi...
Il problema tra i tanti è se ne valga la pena...
se poi a stare male sarei di nuovo io per essermi vendicata
e non solo il soggetto della mia vendetta...
so che è un pensiero egoistico ma gli scrupoli poteva farseli anche lui
prima di pugnalarmi...
Non so... ma sinceramente
il pensiero di avere questa porta aperta, questa possibilità di decidere
se e come agire
contro qualcuno che non si è fatto il problema di usarmi quando e come
meglio gli è piaciuto
mi fa sentire cattiva. Sì... CATTIVA.
Si proprio così: mi sento cattiva al solo pensiero,
ma non è una sensazione che mi da sensi di colpa... anzi...
mi fa sentire viva... maliziosamente perfida... e deliziosamente
predatrice.
Non so cosa farò,
se alla fine porterò avanti o meno questa vendetta... se sarò leale o
diventerò bastarda...
ma una cosa è certa: oggi non mi sento più una preda.
Sinceramente... tu cosa mi suggerisci ? Un sorriso. S.....
la frase di rito in questo caso sarebbe sì quella della vendetta da
servire
e gustare come un piatto freddo.
Ma diciamoci la verità
la vendetta la desideriamo nel momento in cui il torto lo subiamo.
Quando il piatto si è raffreddato la vendetta di solito non interessa
più.
Ha perso il suo senso, la sua motivazione
perché ormai quello che abbiamo subito lo abbiamo metabolizzato...
e anche in presenza di strascichi di dolore per il ricordo che ne
abbiamo
viene a mancare l'input ad agire
anche quando l'occasione ci viene presentata su un piatto
d'argento...
[...]
La cosa migliore, credimi, sebbene non semplice da fare, lo ammetto
è quella di perdonare senza però mai dimenticare.
Tutto il resto per lui verrà da sé.
[...]
E poi, detto tra noi
vuoi mettere 'na carbonara fatta come si deve !
Riguardati. Un abbraccio. F.


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