Censure musicali
Ci si domanda:
è accettabile che un artista venga giudicato per chi non ha rinnegato
?
Siamo all’epoca della censura per prossimità: se non ti dissoci, sei
colpevole,
come se l’Arte fosse un bollettino morale, e non un gesto creativo
autonomo.
In merito alle appartenenze e alle preferenze politiche
abbiamo due esempi storici brevi ma forti:
Richard Wagner, antisemita dichiarato,
eppure le sue opere sono patrimonio mondiale.
In Israele, per decenni vietate le esecuzioni pubbliche, almeno fino al
2001,
quando Daniel Barenboim
inserì un bis wagneriano nel programma della Israel Philharmonic Orchestra,
invitando il pubblico ad abbandonare la sala qualora non avesse gradito.
Molti uscirono, altri restarono e applaudirono.
E Shostakovich ?
Sopravvissuto al regime staliniano, costretto a firmare lettere di fedeltà
al partito,
eppure la sua musica è uno straordinario grido di libertà.
Chi lo ascolta capisce che
l’Arte, anche soggiogata, dice più verità della politica.
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