Fat Man
Giovedì 9 agosto 1945, ore 11.04
la seconda bomba atomica, “Fat Man”, lanciata sul Giappone,
distrugge gran parte di Nagasaki.
Il medico Takashi Paolo Nagai ( “ Servo di Dio ” )
racconta come perse l’amata moglie Midori.
Storia di una conversione tra fede e guerra.
Il rosario di Nagasaki
Siamo in Giappone tra la seconda metà degli anni Trenta e i primi anni Quaranta.
Takashi Nagai, fisico di formazione,
è un giovane medico che lavora nel neonato reparto di Radiologia
della Facoltà di Medicina di Nagasaki.
Qualche anno prima, da specializzando in medicina,
ogni mattina vedeva dalla finestra del suo laboratorio delle persone
che in fila andavano nella cattedrale e, poi, ne uscivano.
La chiesa era alle spalle dell’istituto universitario, nel quartiere di Urakami,
l’unica piccola enclave cattolica
sopravvissuta in Giappone, da secoli, alle atroci persecuzioni.
« Mi faceva quasi ridere – dirà poi nel suo diario
quel ridicolo credere in questa fede occidentale ».
Infatti, durante gli studi universitari, Takashi,
come tutti i giovani affascinati dal metodo sperimentale,
si era convinto che la scienza fosse solo l’unica risposta ai quesiti della vita.
Si era formato, come dirà poi, non senza vergogna, « ... nel sicuro materialismo ».
Questa fede “scientifica”
si era ulteriormente cementificata nelle ore passate in obitorio a sezionare cadaveri,
sempre più convinto
« ... che la vita è solo un insieme di elementi materiali, da studiare oggettivamente ».
Anima, Dio, eternità ? Tutte favole.
« La vita [per me] durava fino alla tomba. Poi niente più ».

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