Tristan aprì gli occhi d’improvviso; come ridato alla vita.
La stanza era tutta bianca; un luogo estraneo, ostile.
Si toccò la testa con una mano; era rasato a zero.
Si guardò il braccio e non appena vide quel disegno
si ricordò di ogni cosa …
Si ricordò che stava viaggiando nel tempo …
Doveva recarsi ad Oxford per incontrare l’Oracolo.
Soltanto costui poteva aiutarlo ...
Varcò un antro tetro e umido …
Lo accolse una statua. Una statua animata di Hermes.
Tristan fu condotto in un laboratorio alchemico.
C’erano alambicchi, ampolle, cucurbite, matracci di ogni forma …
“ Quello che senti è il grido del Golem “ disse l’Oracolo.
Indossava un abito sacerdotale.
Il cielo era una lastra di piombo
che nella pioggia scrosciante
pareva sciogliersi come per effetto di un indomito fuoco.
Tristan partecipava ad un corteo funebre.
Quando vide la piccola bara bianca trasalì.
Ma dalla morte scaturisce sempre nuova vita …
Giunse in Place de la Sorbonne.
Varcato l’ingresso principale si ritrovò nella corte interna dell’Ateneo.
“ Sto cercando il professor Robert Ronchin “
“ Devo parlargli urgentemente ! “
“ Devi andare a Praga. “
“ Lì incontrerai Paul Floron. Lui ti darà il Sigillo. “
gli annunciò il professore.
In quella chiesa gotica
riposavano le spoglie del grande astronomo danese Ticho Brahe.
“ E’ l’Atrium Apollonis ! Il disegno magico che può salvarmi … “
Si materializzò a Tokio durante la festa hanami : la fioritura del ciliegio.
I raggi del sole dardeggiavano tra le fronde.
Si accorse che lo stava chiamando una bellissima donna …
Giunse nella Venezia del ‘500.
Doveva incontrarvi Giordano Bruno.
Un uomo incappucciato, vestito con un abito lungo,
uscì dal portone del palazzo.
Era il filosofo degli Infiniti Mondi.
Sul muro passavano ombre come lampi.
Erano tenebre vestite di forme umane.
Le sentiva bisbigliare in lontananza.
Giordano Bruno
avvolse nuovamente l’Atrium Minervae e lo porse a Tristan.
Dalla finestra entrava una luce rossastra
come se il tramonto più intenso della storia fosse colato a cascate
e avesse riempito ogni vuoto.
L’Ouroboros sibilava seducente
e le sue spire avvolgevano Tristan nell’abbraccio del Tutto.
“ Mi chiamo Tristan e sono qui
per conto di un suo vecchio amico di Praga, Paul Floron. “
“ No. Quello non è un uomo. E’ un demone … “
“ Chi sono io ? “ …
“ Perché il CERN di Ginevra ? “
Sfilarono la cassetta. Dentro c’era una busta.
Al suo interno un foglio ingiallito : era l’Atrium Veneris.
“ Dove mi trovo ? … Devo tornare immediatamente da Marc … “
Si portò al centro della stanza dove era iniziato tutto …
Tristan guardò il suo tatuaggio
e immediatamente le lettere sulle ruote mnemoniche presero a illuminarsi …
Ora poteva di nuovo scorgere i mondi
che si ergevano oltre la magia delle lettere del suo tatuaggio
e provare ancora una volta l’estasi che si prova
quando l’anima discioglie nel Tutto …
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