Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

T. de Chardin :
" Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "

SAPERE AUDE ! ET SI OMNES EGO NON

lunedì 8 agosto 2016

Ginocchia sbucciate e crescita

Quando i ragazzi avevano le ginocchia sbucciate.

È estate inoltrata e ritroviamo i vecchi riti :
le vacanze, l'abbigliamento ( fin troppo ) leggero,
le canzoni ( sempre meno ) allegre, il sole, il mare, i gelati.
Al mio immaginario estivo, tuttavia,
manca qualcosa che non riesco a considerare secondario : le ginocchia sbucciate.
Per quanto mi guardi intorno non riesco a vederne.

Ai miei tempi ( scrivo ormai come un vecchio... )
erano un tatuaggio semi-permanente ( da giugno a settembre )
che contraddistingueva il ragazzino in gamba :
avventuroso, vivace, temprato al dolore, ( relativamente )
indipendente dalla mamma.
Erano il simbolo di una estate vissuta al massimo,
ovverosia comprensiva di partite a pallone nel cortile dell'oratorio,
gare in bicicletta, arrampicate sugli alberi, gare di salto in lungo dall'altalena.

Ora non si gioca più a pallone nel cortile dell'oratorio :
primo perché si suda (!) secondo perché
l'oratorio è vuoto
e non c'è più con chi giocare.
Si va in bicicletta, ma accompagnati da un adulto,
in fila indiana su una pista ciclabile, con caschetto e ginocchiere.
L'estate passa tra i compiti delle vacanze, i centri estivi ( a scuola )
vacanze intelligenti a misura di bambino, tablet e smartphone.

Le ginocchia sono salve,
ma chi insegnerà ai bambini la virtù della fortezza (cioè del coraggio)
la capacità di sopportare il dolore pur di compiere il bene ?
E la virtù della perseveranza ( non mollare di fronte alle difficoltà ) ?
E l'ascesi, il continuo miglioramento di sé
che in ogni attività competitiva si esercita grazie al concorrente ?

Qualche settimana fa
ho tenuto una conferenza nell'entroterra della riviera del Conero
uno dei posti più belli d'Italia se non del mondo.
A un certo punto
è affiorato dalla memoria un gioco infantile di qualche decennio fa
diffusissimo da quelle parti, che i padri presenti ricordavano benissimo :
i carretti nel maceratese o carrioli nell'anconetano.
Si trattava di un accrocchio
costruito di nascosto dalle mamme con legni di recupero,
reso mobile da cuscinetti a sfera :
sul davanti un avantreno snodato prometteva ( invano ) la possibilità di curvare http://www.labandadelcarrettino.com/index.html

Con questi trabiccoli privi di ogni certificazione europea
i bambini si gettavano in picchiata per le ripide discese dei paesi.
Ginocchia sbucciate, ematomi e botte erano garantiti,
così come una sana manualità, cameratismo e coraggio;
il tutto, ovviamente, all'insaputa della mamma.
Era solo qualche decennio fa, commentava qualche padre commosso.

Ora questo ed altri giochi pericolosi sono scomparsi.
Ma il pericolo non è scomparso dal mondo.
Semplicemente abbiamo deciso di non educare più i nostri figli ad affrontarlo.
Niente più ginocchia sbucciate d'estate.

- Roberto Marchesini -
La nuova bussola quotidiana
18 Luglio 2016

Nessun commento: