I malvagi comandano per la viltà dei loro sudditi
Resta da cercare come queste
cose siano bene ordinate
e come partecipino
dell’ordine o, altrimenti, come queste cose siano un male.
In ogni essere vivente le
parti superiori, il viso e la testa, sono le più belle,
non sono tali le parti
mediane e inferiori.
Gli uomini sono nella regione
media e inferiore [del mondo],
in alto sono il cielo e gli
dei che esso contiene;
gli dei e il cielo che
circondano il mondo formano la maggior parte del mondo,
la terra sta al centro e non
è che un astro qualunque.
Ci stupiamo che negli uomini
ci sia l’ingiustizia
poiché giudichiamo che l’uomo
sia la cosa più preziosa dell’universo
e l’essere più saggio di
tutti.
Invece egli sta in mezzo tra
gli dei e le bestie e inclina verso gli uni e verso le altre :
alcuni assomigliano agli dei,
altri alle bestie, la maggioranza sta nel mezzo.
Coloro che per la loro
corruzione son vicini agli animali senza ragione e alle fiere,
trascinano e maltrattano gli
uomini che sono nel mezzo :
e questi, che pur sono
superiori a coloro che li maltrattano,
si lasciano dominare dagli
inferiori poiché sono in certo modo inferiori a essi,
perché non sono ancora
virtuosi e non sono preparati a non soffrire [quei mali].
Se fanciulli fisicamente
esercitati,
ma moralmente inferiori per
mancanza di educazione,
vincessero nella lotta altri
fanciulli non educati né fisicamente né moralmente
e rubassero loro i cibi e
portassero via i loro begli abiti,
non sarebbe una cosa da
ridere ?
E come non agirebbe bene
quel legislatore che
permettesse che essi soffrissero quei danni
a castigo della loro ignavia
e inerzia ?
Sono stati insegnati loro
degli esercizi,
ma essi per la loro ignavia e
per la loro vita molle e incurante
sono rimasti là inattivi,
diventando così agnelli grassi preda dei lupi.
Per quelli poi che fanno il male,
il primo castigo consiste
nell’essere lupi e uomini malvagi;
esistono inoltre per loro
delle pene convenienti che essi devono subire,
perché per coloro che sono
stati cattivi quaggiù tutto non finisce,
ma alle loro azioni
antecedenti seguono sempre le conseguenze,
secondo ragione e natura,
il male per quelle cattive,
il bene per le buone.
Questa [vita] certo non è una
palestra, ove si fanno dei giochi.
Quando i fanciulli sono
cresciuti nell’ignoranza,
bisognerebbe che essi, d’ambo
le parti,
cingessero le spade e
prendessero le armi :
il loro spettacolo sarebbe
superiore a un esercizio ginnastico;
invece alcuni sono disarmati,
altri sono armati e li vincono.
Non tocca a Dio combattere
per i pacifici :
la legge vuole che alla
guerra si salvi colui che è valoroso, non colui che prega,
perché raccolgono frutti non
quelli che pregano, ma quelli che coltivano la terra,
né sono sani coloro che non
si prendono cura della loro salute;
e non bisogna brontolare se i
cattivi hanno un raccolto più abbondante,
o se a loro riesca meglio la
coltivazione.
E poi sarebbe ridicolo
compiere a proprio capriccio tutto ciò che riguarda la vita
e, benché queste azioni non
siano come piace agli dei,
esigere la salvezza propria
dagli dei
senza fare quanto gli dei
comandano per la nostra salvezza.
La morte è migliore della
vita
per coloro che vivono contro
il volere delle leggi dell’universo;
sicché quando i nemici
sopravvengono,
se la pace fosse loro
conservata malgrado le loro follie e i loro vizi,
la provvidenza sarebbe troppo
negligente a lasciar dominare i più deboli.
I cattivi comandano per la
viltà dei loro sudditi :
ed è giusto così, non il
contrario.
- Plotino -
Enneade III : La Provvidenza
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