Revoca difficile causa assetti consolidati
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Difficile stabilire se queste carenze del controllore
siano dovute solo alla tradizionale inerzia della pubblica amministrazione
o anche a collusioni (della politica e/o della dirigenza) con i controllati :
ci sono stati tanti episodi dubbi, ma non ne è mai stata sancita una rilevanza penale.
Sta di fatto che gli elementi in mano al ministero
al momento per disporre la revoca non sono molti,
tanto più che ad oggi Autostrade per l’Italia non ha riportato condanne
nemmeno per gli episodi controversi citati prima.
E per arrivare a una verità giudizialmente accertata su Genova ci vorranno anni.
Inoltre, è prevedibile che un eventuale provvedimento di revoca della concessione
verrà impugnato da Aspi, aprendo un contenzioso
che non potrà non essere lungo e combattuto data l’importanza della posta in palio.
In ogni caso, al momento è difficile dire di più : le inadempienze del gestore
vanno valutate alla luce delle convenzioni che regolano le concessioni loro affidate,
che sono segrete.
O, meglio, sono state rese pubbliche l’anno scorso dopo decenni di polemiche,
ma con importanti omissis.
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La scadenza, dopo la convenzione firmata tra Anas e Autostrade nel 2007
è fissata al 2042.
Per rompere l'accordo deve verificarsi una " grave inadempienza ".
Tale inadempienza può anche materializzarsi
con il " mancato mantenimento della funzionalità delle infrastrutture concesse
attraverso la manutenzione e la riparazione tempestiva delle stesse ",
si legge nel contratto.
A quel punto Anas potrebbe subentrare ad Autostrade pagando però una penale.
L'importo da versare dovrebbe corrispondere al " valore attuale netto
dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di decadenza
sino alla scadenza della concessione, al netto dei relativi oneri,
investimenti e imposte nel medesimo periodo ".
Il calcolo di fatto ammonta a circa 20 miliardi di euro.
Autostrade infatti ha fatto registrare nell'ultimo anno
un utile di un miliardo e 968 milioni.
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E così ... al danno si aggiungerebbe la beffa.
In questa tragica vicenda si percepisce chiaramente
il fetore che emana dal marciume annidato nelle stanze del Potere.