Amor patrio
Il valore più nobile di tutti
C'è un sempre un problema di Democrazia prima ancora che di sovranità.
Ognuno ... come cittadino
giustamente ha il diritto di pensarla come meglio crede.
Attenzione però all'errore culturale.
Ai tanti " educati " ai quali è stato insegnato
che non è ammissibile dissentire dall'impostazione ideologica
... per cui ...
chi la pensa diversamente è populista... razzista... perfino fascista.
A questi
proporrei di riflettere sul fatto che la Democrazia
si fonda su dei pilastri che valgono per TUTTI.
Perché se così non fosse allora non varrebbero per NESSUNO.
Ci hanno rubato tutto :
distrutta la Famiglia, eliminato Dio ( almeno, quello nostro )
la Patria ormai è una parola proibita, al massimo rimpiazzata col suo freddo
impersonale, corrispettivo al maschile: “ il Paese ”.
Una parola che sa di economia, di Pil, di parmigiano reggiano
un eufemismo fuorviante, un po’ come chiamare “ Genitore 2 ” la Mamma.
I tre motori che hanno prodotto per noi italiani ( e per il mondo )
quel fiotto interminabile di arte, cultura, eroismo, sapienza, poesia, bellezza
produttività, valori morali, tradizione, che conosciamo
sono stati disattivati e portati allo sfasciacarrozze
da chi ha sempre avuto interesse a svendere l’Italia, a trance, al miglior offerente.
Un sabotaggio cominciato già negli anni ’60 :
un lavorìo disgregatore di piccole termiti industriose
che hanno fatto del tradimento continuativo e " sottotraccia "
la loro missione di vita nella politica, nella cultura, nell’arte
nell’informazione, nella scuola, ovunque.
Un processo che culmina oggi visibilmente con i conati iconoclasti
di chi vorrebbe eliminare le targhe intitolate a re e generali
di chi imbratta i monumenti ai caduti, mette le braghe alle statue classiche
o stupra la lingua di Dante
per “ non turbare la sensibilità ” di questo o di quest’altro.
A permettersi di denigrare le basi della nostra CIVILTA’
un’armata aggressiva, sostenitrice di istanze
che promettono un ordine mondiale “ nuovo ” - ma nato già vecchio
e muffito
e che finora non hanno prodotto niente, se non diritti senza doveri
e grottesche censure, isterie che sanno solo distruggere,
rimproverare
rimuovere, lamentarsi, creare neologismi ridicoli come “ matria ”,
“ presidenta ”
o mettere l’asterisco al posto delle desinenze su aggettivi e
sostantivi.
Inaudito che nessuno ancora li abbia ammutoliti chiedendo loro :
“ Sì, quelli del Dio, Patria, Famiglia, hanno anche fatto alcuni errori
nella storia
ma voi cosa avete fatto, cosa avete prodotto ? ”
Nulla.
Ebbene, fra i tre valori fondativi della nostra civiltà, possiamo
dire
– senza timore di blasfemia -
che l’amore per la Patria sia senz’altro il più nobile, per i motivi che
illustreremo.
Come è possibile, infatti, non amare la propria famiglia ?
Per quanto i familiari possano essere talvolta " difficili " e le
responsabilità pesanti
i legami di sangue con i propri genitori, figli, fratelli sono
fortissimi, naturali e istintivi.
Il ritorno pratico e affettivo che una famiglia offre all’individuo è
evidente :
protezione, mantenimento, calore umano, amore, educazione
esercizio della sessualità coniugale, gioia della genitorialità
assistenza agli anziani e il prolungamento della propria vita nei
figli.
E Dio ?
Se da un lato non è così palese la Sua esistenza
- cosa che consente a molti di ignorarLo senza troppi rimorsi –
certamente, per chi vi crede, per quanti sacrifici possa comportare
fornisce " in cambio " pace interiore, forza
spirituale
e, infine, la VITA ETERNA : un premio incommensurabile.
Invece la Patria no :
amarla è la COSA PIU’ DIFFICILE, più rischiosa, più dura, col minore
compenso.
Almeno a chi indossa un’uniforme
essa riconosce, al massimo, un grado, una decorazione
nei casi peggiori una linda croce di pietra
o pochi caratteri di bronzo sul monumentino nella piazza del paese.
Ai nostri soldati che vanno all’estero, qualcuno oggi si permette di
dire
che lo fanno per soldi, come dei mercenari.
Vediamo quanti, fra questi critici, per gli stessi soldi
sarebbero capaci di mollare per sei mesi la propria famiglia
e rischiare tutti i giorni di saltare in aria su un ordigno
improvvisato
o di essere colpiti da un cecchino.
Tuttavia, amare la Patria non è solo appannaggio dei militari
ma anche di tutti coloro che fanno il loro DOVERE
senza frignare continuamente
bravi cittadini che contribuiscono al bene dell’Italia
onorando un valore reale come la propria famiglia
ma allo stesso tempo spirituale come una religione
e che tuttavia richiede una consapevolezza, una maturità da Uomini
adulti
per essere compreso.
La Patria è, infatti, la terra dei padri
il frutto di sacrifici enormi e di centinaia di migliaia di vite
l’espressione della collettività nazionale
in cui si riassumono i valori e gli interessi dei suoi
concittadini.
Non è qualcosa di facile, di immediatamente vicino come il fiato del
proprio bambino
o il soffio dello Spirito nel proprio cuore.
La Patria è popolata da individui sconosciuti
che in alcuni casi sono perfino ignoranti, disonesti o poco
apprezzabili.
Quando la Patria chiama non è per gettarvi le braccia al collo
come un figlio piccolo, una madre, o una moglie
né per spalancarvi le porte dell'immortalità ultraterrena :
di solito è sempre per una " fregatura ", per un'emergenza
sopravvivenziale.
La Patria è laica e “ anaffettiva ” ed esige il più grande degli
sforzi
quello di subordinare la propria individualità al bene collettivo
( mentre Dio e la Famiglia, al contrario, la esaltano al massimo ).
Primordiale tribù allargata, la Patria chiede di fare il tuo dovere
anche se non condividi gli obiettivi che essa si è prefissata.
L’amore per essa richiede quindi lo SFORZO SUPREMO
comporta l’intelligenza razionale più alta
il più nobile dei sentimenti e il più faticoso dei sacrifici
ben oltre qualsiasi ritorno ego-individualistico
dai propri familiari o a beneficio della propria anima.
La sua difesa “ è sacro dovere del cittadino ” recita l’art. 52
della Costituzione :
oggi l’unico ideale trascendente, ma oggettivo, palpabile
che può unire laici e credenti
oltre che i nuovi italiani, è solo l’amore per la Patria.
Riprendiamocelo perché è il momento giusto.
- Andrea Cionci -
Liberoquotidiano.it
4 Novembre 2020
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