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martedì 12 ottobre 2021

Le tenebre del progresso

Le tenebre del progresso

La pulsione diabolica


Gli assatanati del politicamente corretto
vanno stendendo l’elenco dei libri e degli autori proibiti.
Se va avanti così
saremo costretti non solo a leggere di nascosto l’Odissea e la Divina Commedia
le Lettere di San Paolo e il Manifesto di Marx;
ci toccherà l’onere di diventare monaci e di proteggere in nuove abbazie
i frutti della civiltà e il patrimonio culturale plurimillenario
contro la risorgente barbarie oscurantista.

Si narra che i militari cileni, nelle settimane seguenti al golpe di Pinochet
nell’eseguire l’ordine di sequestrare libri marxisti, si fossero imbattuti in testi sul cubismo;
convinti che si trattasse di opere apologetiche della Cuba castrista,
li hanno bruciati tutti.

Si trattò di uno degli ultimi esempi di rogo di libri
di cui è punteggiata la storia dell’umanità.

Se c’è una cosa che tale pratica indica è questa :
è quasi sempre il rito con cui un regime dispotico annuncia il proprio avvento.
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Così fece il primo imperatore cinese
che seppellì vivi i suoi oppositori dopo aver distrutto i loro libri.
Così fece la dinastia Giulio-Claudia
che ordinò la distruzione delle opere dello storico repubblicano Cremuzio Cordo.
Così il generale arabo ‘Amr Ibn-‘As, appena conquistato l’Egitto
distrusse ciò che restava della Biblioteca di Alessandria.
Icastica la sua giustificazione :
« In quei libri o ci sono cose già presenti nel Corano
o ci sono cose che del Corano non fanno parte :
se sono cose già presenti nel Corano sono inutili
se non sono presenti allora sono dannose e vanno distrutte. »

I cattolici non sono stati da meno.
Per ordine del vescovo Diego De Landa
gli spagnoli distrussero l’intero patrimonio culturale delle civiltà Maya e Azteca.
Negli stessi anni l’Inquisizione redasse un elenco dei libri proibiti
tra cui spiccavano, oltre a quelli di Machiavelli, quelli di Giordano Bruno
che com’è noto venne arso vivo assieme alle sue opere.
Su quella scia ( nonché quella di Lutero e Calvino )
 si mossero i nazisti i quali celebrarono l’avvento al potere
bruciando libri sovversivi, fossero testi comunisti o di Freud.
Per venire a A noi! 
il regime fascista mise presto all’indice diversi scrittori
attuando una vera e propria opera di bonifica delle biblioteche pubbliche
eliminando tutto il materiale
... che potesse esercitare sui lettori dannose influenze per i buoni costumi
o che in ogni modo contraddicesse al Regime e ai suoi fini educativi. "
[Circolare n.1984 del 10 maggio 1928]

Anche l’Italia repubblicana ( e democristiana ) non si fece mancare nulla.
 Nel 1961, per disposizione legale
vennero gettate tra le fiamme ( nel cortile della Procura di Varese ! )
copie dei racconti del marchese De Sade.
Venti anni dopo, opuscoli e libri di Toni Negri
vennero fatti sparire dalle librerie e mandati al macero.

Ci risiamo.

Nell’avamposto dell’Occidente, ovvero negli Stati Uniti,
vengono di nuovo messi all’indice e proibiti, film, racconti, libri.
Questi atti censori, questa volta 
sono perpetrati in nome della cultura della tolleranza
dell’anti-razzismo, dell’anti-maschilismo
ovvero della paranoica concezione del mondo politicamente corretta.
Due anni fa Disney, a motivo di contenuti razzisti
proibì ai minori di sette anni alcuni dei suoi film più famosi, tra cui Peter Pan.
Sempre negli USA sono stati messi all’indice sei libri di Theodor Seuss Geisel
uno dei più famosi scrittori per l’infanzia.
Veniamo a sapere dal Wall Street Journal
che l’High School della città di Lawrence (Massachusetts)
ha deciso di rimuovere dalla biblioteca l’Odissea di Omero
perché ritenuta “ razzista e non abbastanza inclusiva.”
Sono molto orgogliosa di dire che quest’anno
abbiamo rimosso l’Odissea dal curriculum !
ha dichiarato un’insegnante, la quale, assieme ad altri docenti
 ha lanciato l’hashtag #DisruptTexts, un movimento “ social ” per far fuori testi
accusati di contenere messaggi “colonialisti o di supremazia dei bianchi.

È l’ultimo frutto amaro di fenomeni come Mee Too e del Black lives matter
le cui manifestazioni
si sono tra l’altro concluse con numerosi abbattimenti di obelischi
e statue di personaggi celebri, tra cui quella di Cristoforo Colombo.

La sostanza sembra la stessa di sempre
ma la forma è differente e più insidiosa. E per tre ragioni.

La prima è che la furia censoria non viene decretata dall’alto ma dal basso
avanza sotto la spinta della “società (in)civile.”
Sotto i nostri occhi va sorgendo una nuova e informale fonte del diritto :
prescrittive norme disciplinari entrano in vigore pur non avendo forza giuridica
pur senza il sigillo dell’autorità politica istituzionale.
Ecco a voi, signori
uno degli aspetti della tanto strombazzata
( dai demiurghi del Grande Reset ) “ nuova civiltà

La seconda ragione
è che questa opera non è solo censoria, bensì
nasconde una finalità più radicale, tipica dei regimi totalitari :
quella di riscrivere d’accapo la storia
tracciando e spostando retroattivamente il confine
tra il politicamente corretto e il non, tra il giusto e l’ingiusto
tra il lecito e l’illecito, tra il morale e l’immorale.

La terza ragione che distingue questa nuova inquisizione
è che essa non si manifesta come reazionaria o conservatrice
ovvero nel suo contrario
come fenomeno rivoluzionario e progressista.
Uno pseudo-filosofo dal nome Bruno Latour
( con ogni probabilità di ascendenza foucaultiana )
 ha definito questo impeto interdittivo come Iconoclash
inneggiando quindi  alla “ portata rivoluzionaria
di questa distruzione di simboli e immagini.
 La damnatio memoriae
come atto di catarsi e purificazione dai peccati dell’uomo
tra questi il primo, che essi hanno fatto la storia.

Giambattista Vico, nella sua Scienza Nuova
profetizzava che la modernità cartesiana che avanzava sotto i suoi occhi
si sarebbe potuta concludere
se non proprio in un “ inselvatichimento ” ( in un regresso all’era primitiva )
in un progresso barbarico. 
Tutto sommato aveva visto giusto.
Come avevano visto giusto Horkheimer e Adorno
che nella Dialettica dell’Illuminismo denunciarono che
la terra interamente illuminata
splendeva oramai all’insegna di trionfale sventura.

L’avevamo detto che la fase dell’egemonia del pensiero postmodernista
( quello che ha accompagnato e camuffato ideologicamente il ciclo storico del neoliberismo )
era al tramonto.
 Al suo posto viene avanti un pensiero neoilluminista dogmatico e ben più radicale
quello che considera la scienza come autentica potenza salvifica
quello che vuole spingere il sapere tecnico oltre ogni limite
quindi al totale asservimento dell’uomo alle macchine.
Ci sarà modo di tornare su questa catastrofe.
Preme qui segnalare il connubio letale
tra la divinizzazione della scienza come forza prometeica di progresso
( promossa dall’élite plutocratica )
e l’oscurantismo regressivo sul piano della memoria storica e culturale
( promosso dai plebei o nuovi Parabolani. )

Mancava solo questa disgrazia alla serie :
il sodalizio tra un presunto dio e il vero diavolo.

- Moreno Pasquinelli -
( Sollevazione )




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