Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

S. Paolo : " Vagliate tutto e trattenete ciò che vale "
B. Pascal : " Sia il consenso della vostra ragione e non quella degli altri che vi conduca a credere "
T. de Chardin : Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "
Di mio sento solo di aggiungere che : la Verità non necessita di essere sostenuta da proselitismo ... bensì ... essere semplicemente enunciata e testimoniata.
Essa è sempre coerente con sé stessa e trova per sua stessa natura quale sia il modo opportuno e la circostanza più adatta per rivelarsi.
E' solo questione di tempo.

Da considerare anche che, una volta conosciuta, la Verità rende sicuramente liberi, ma, in alcune circostanze, niente affatto sicuri.

SAPERE AUDE !

ET SI OMNES EGO NON

sabato 31 dicembre 2022

Benedetto XVI

Benedetto XVI
31 Dicembre 2022

È tornato alla casa del Padre


Io non appartengo più al vecchio mondo,
ma quello nuovo in realtà non è ancora incominciato.


" Tu es Petrus
Et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam
Et portae inferi non praevalebunt adversus eam.
Et tibi dabo claves regni caelorum.”

Matteo 16,18-19

Nella prospettiva del katéchon
 la Chiesa era in prima linea
nella lotta per il trattenimento del potere del mondo
e la sua Dottrina sociale era un suo strumento.
 
Sparito il concetto teologico di katéchon
chi combatterà più contro questo potere ?

E se fosse stato lui ... l'ultimo ?

2006 - Il discorso di Ratisbona : una magistrale lezione di vita

Nel nostro tempo soggetto a rapidi mutamenti,
raccontare eventi di soli pochi anni fa può talvolta risultare un esercizio difficile, faticoso.
Specie quando la memoria riguarda fatti tremendi, che la vita tende a rimuovere.
O un pensiero del passato che sembra terminato, sigillato, tanto da non poter più fare ritorno.

Era il 2006, altre paure angosciavano l’Occidente.
Non solo i postumi di guerre lontane, in Iraq e Afghanistan,
ma il ricordo ancora vivo degli attentati di Londra del 2005, o di quelli di Madrid del 2004.
Un uomo vestito di bianco, un grande e mite teologo,
forse il più grande teologo cattolico del XX secolo,
ritorna nella sua università di Ratisbona e tiene una lezione che suscita scandalo e divisione. Quell’uomo è Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI,
e la sua lectio magistralis passerà alla storia come Il discorso di Ratisbona.

Il papa ha un solo obiettivo : mostrare che fede e ragione si tengono per mano.
Che la tradizione greco romana non è stata cancellata dall’avvento del Cristianesimo.
Al contrario,
fede biblica e “ interrogarsi greco ” hanno vissuto un fondamentale avvicinamento.
Così la fede cristiana ha sin da subito, fin dall’incipit del Vangelo di Giovanni,
riconosciuto in Dio il logos “ insieme, ragione e parola - una ragione
che è creatrice e capace di comunicarsi, ma, appunto, come ragione.

Così, Benedetto XVI, fa riemergere dalle coltri del passato
le parole di un imperatore bizantino, Manuele II Paleologo
- padre dell’ultimo imperatore dell’Impero Romano, Costantino XI Paleologo -
che, sul finire del XIV secolo, mentre era ostaggio del Sultano ad Ankara
affrontava con la sapienza greca un saggio persiano. E osava dirgli :
Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo
e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane,
come la sua direttiva
di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava.

Non con la spada, proseguiva Manuele II Paleologo, ma con la ragione
si trasmette la fede, perché “ Dio non si compiace del sangue.
Parole fortissime che pesano in quei giorni come un macigno
sulla perversa connessione fra religione e terrorismo.
E sottolineano una volta di più la diffusa ambiguità
delle disorganiche e spesso contraddittorie guide religiose musulmane.

Tuttavia, il discorso di papa Ratzinger non si ferma alla mera contingenza storica.
Perciò rileggerlo oggi ci dà il senso della sua profondità
e risuona col tono di una profezia.
Il problema del rapporto fra fede e ragione
non riguarda, infatti, soltanto l’Islam, ma lo stesso Cattolicesimo.
La scissione fra pensiero greco e pensiero cristiano
ha conosciuto secondo Benedetto, diverse fasi.
 La de-ellenizzazione più recente
è quella che mira a ritornare “ al semplice uomo Gesù e al suo messaggio semplice
a sostituire “ il culto con la morale.
Una Chiesa, in sostanza, che rinuncia a guardare al cielo,
che non punta più a rispondere alle grandi domande,
agli interrogativi sul “ da dove ” e “ verso dove
e guarda solo ad istanze materiali e sociali.
E lascia la ragione all’ambito della scienza
quasi che la religione, tutte le religioni, siano incompatibili con la ragione.
È questo per Benedetto il dramma della rinuncia alle nostre radici elleniche,
la rottura del saldo legame fra fede e ragione
che discende direttamente dalle domande di Socrate, dalla filosofia di Platone.
Un legame che “ ha creato l’Europa
e rimane il fondamento di ciò che, con ragione, si può chiamare Europa.

Due mesi dopo quel discorso pronunciato a Ratisbona,
nel novembre del 2006 Benedetto, dopo essersi sfilato le scarpe,
varcò la soglia della Moschea Blu di Istanbul
e sostò in preghiera davanti al mirhab, l’edicola che indica la direzione della Mecca.
E nel Libro d’oro di Santa Sofia, la grande basilica di Giustiniano,
all’epoca non ancora trasformata in moschea,
come accaduto nel 2021 per decreto del presidente Recep Tayyip Erdogan,
Benedetto XVI scrisse in italiano le seguenti parole :
Nelle nostre diversità ci troviamo davanti alla fede del Dio unico.

Fede e ragione, ellenismo e cristianesimo, radici di un’Europa millenaria,
hanno trovato in Joseph Ratzinger
forse l’ultima grande personalità di un mondo antico e sempre vivo,
ma oggi sentito quasi estraneo, superato.
In nome di una Chiesa sempre più concentrata sui temi del sociale,
e di una umanità asservita alla tecnica e alle chimere della scienza.
Che procede, come ha sempre ripetuto Ratzinger
etsi Deus non daretur - “ come se Dio non ci fosse
finendo per ridurre l’uomo “ a una sola dimensione, quella orizzontale.
Così : “ oscurando il riferimento a Dio, si è oscurato anche l’orizzonte etico,
per lasciare spazio al relativismo e ad una concezione ambigua della libertà,
che invece di essere liberante finisce per legare l’uomo a degli idoli.

Parole sempre attuali di un grande profeta dei nostri tempi
non solo troppe volte ignorato, ma in numerosi casi rinnegato, osteggiato,
vilipeso e perfino messo a tacere nell’ambito di quella stessa Chiesa
che, d’altra parte, non ci ha messo molto
a dimenticarlo dopo le dimissioni annunciate l’11 febbraio del 2013.

- Francesco Colafemmina -
per Il Giornale

2022 - Fine anno

2022 - Fine Anno


Tra alti e bassi
gli anni trascorsi hanno plasmato chi siamo diventati oggi.


Ma esiste ancora una coscienza ... una consapevolezza
un'attitudine ad essere svegli e pronti
a recepire il vento dei cambiamenti in arrivo ?

Esiste ancora ... oggi ... la volontà di essere liberi
sganciati da ogni dinamica legata alla vecchia politica
origine delle sciagurate conseguenze
che noi tutti stiamo vivendo sulla nostra pelle ?

C'é ancora un barlume di verità ...
di spirito impregnato di quei valori legati alle nostre famiglie
e alla Vita che per natura divina ci appartiene ?

C'é ancora questa coscienza e questo sogno nei cuori ?
Oppure abbiamo abdicato definitivamente alla nostra mente ...
a noi stessi e alle nostre responsabilità ?

 
Possa il giorno più bello del Passato essere il peggiore del Futuro !!!

Buon Fine Anno


venerdì 30 dicembre 2022

Cinguetii social e ringraziamenti lagunari

Cinguetii social e ringraziamenti lagunari



La Fenice di Venezia
annulla la data del concerto della pianista ucraina Valentina Lisitsa

Hanno censurato quelle mani.
E con esse la sua anima e quelle ad essa simili.
Un ulteriore oltraggio all'intelligenza
... all'arte ed al buon senso.

L'autocombustione del Sistema continua ad evolvere



martedì 27 dicembre 2022

Il Gigante egoista

 Il Gigante egoista


Una favola natalizia di Oscar Wilde
che fa bene anche al cuore di chi è adulto.


Ogni pomeriggio, tornando dalla scuola,
i bambini avevano l’abitudine di andare a giocare nel giardino del Gigante.
Era un grande e bel giardino, con tenera erba verde.
Qui e là sul prato c’erano fiori belli come stelle, e c’erano dodici alberi di pesco
che in primavera si riempivano di fiori delicati color rosa e perla,
e in autunno davano ricchi frutti.
Gli uccellini si posavano sugli alberi e cantavano tanto dolcemente
che i bambini fermavano i loro giochi per poterli ascoltare.
" Quanto siamo felici qui " gridavano l’un l’altro.

Un giorno il Gigante tornò.
 Era andato a visitare il suo amico, l’Orco di Cornovaglia
ed era rimasto da lui per sette anni.
Quando finirono i sette anni e aveva detto tutto quello che aveva da dire
dato che la sua conversazione era limitata, si decise a far ritorno al suo castello.

Quando arrivò vide i bambini che giocavano nel giardino.


« Cosa fate qui ? »
gridò con voce tonante, e i bambini corsero via.

« Il mio giardino è mio - disse il Gigante - tutti devono saperlo
e non permetterò a nessuno di giocarci, a parte me ».

Costruì allora un muro alto tutt’intorno e vi affisse un cartello :
I TRASGRESSORI SARANNO PUNITI

Era un Gigante molto egoista.
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sabato 24 dicembre 2022

A metà della notte

A metà della notte

Alla luce di tutte le atrocità che avvengono nel mondo
l'ascolto durante la lettura di questo inno bizantino in lingua araba
tocca corde che ognuno ha nel profondo del cuore.
Dio benedica ogni essere umano.


Per tutto il giorno
teorie di viandanti avevano percorso la strada che seguiva il fiume a valle.
Chi a piedi, chi cavalcando asini o cammelli.
Una gran polvere, tanto sudore e storie incredibili che quella gente raccontava.
Provenivano da ogni parte della Palestina, e anche da più lontano.


L’imperatore Augusto
aveva indetto il censimento dei sudditi di quella regione sottomessa a Roma.
A quei pellegrini affaticati,
i pastori avevano venduto formaggio e latte, ascoltando i loro racconti.
Sul far della sera, il traffico di uomini e animali si era fermato.
Fuochi si erano accesi lungo il sentiero, sui poggi
e negli avvallamenti che preludevano al monte Ofel
su cui sorgeva, maestosa e turrita, Gerusalemme.

Riunito il gregge nello stazzo, i pastori, dopo aver scambiato commenti sui forestieri
e su quello straordinario evento che avrebbe contato il numero di tutti gli abitanti del paese,
si erano sistemati alla meglio per trascorrere la notte.
Passarono le ore, e uno dopo l’altro i fuochi dei bivacchi di fortuna si spensero.
contrastare il buio turchino della notte senza luna
restarono soltanto i falò delle torri di guardia, più visibili quelli della vicina Betlemme,
e in lontananza, segnalati solo da pallidi barlumi, quelli sulla cinta muraria della città di Giuda.
Anche la fiamma dell’accampamento dei pastori si era spenta,
ma la brace ancora emanava calore intorno, vincendo l’umidità della notte.

Il vecchio Safed si avvicinò con calma al focolaio contornato da pietre scabrose,
immerse un tizzo spento nel vivo che covava sotto la cenere, lo smosse :
ne guizzarono scintille seguite da schiocchi leggeri.
Dopo quel ravvivarsi di luce e il crepitare delle faville,
di nuovo calarono silenzio e buio sullo spiazzo dove s’erano sistemati i pastori,
posto al riparo di una profonda nicchia incavata nella parete rocciosa.
Il gregge, immerso nel sonno,
gremiva il recinto poco distante dalla grotta :
una macchia biancastra che si notava appena nell’oscurità.

Non un rumore si levava dalla massa degli animali addossati gli uni agli altri.
Notte illune, notte arcana.
La geometria delle stelle disegnava le vaghe figurazioni
nelle quali gli uomini cercavano di leggere il proprio destino.
Safed le aveva seguite in mille transumanze per quella terra aspra,
chiedendo la chiave di tanti misteri.
E ora avvertiva che uno di quei disegni stava per rivelarsi agli uomini,
a tutti, e non solo a lui, umile pastore.
Il bagliore suscitato dal fuoco rimosso aveva illuminato per un attimo il volto dei figli
che si erano anch’essi arresi al sonno.
Li osservò con tenerezza.
Sarebbero stati pastori per la vita, come lui, e come prima di lui intere generazioni.
I loro piedi avrebbero conosciuto tutte le pietre aguzze di quella terra severa.
Ma intanto sognavano tutti di cambiare vita,
di imbarcarsi a Tiro per vedere Cipro, Creta, il mondo.
il più grande, già sposato e con figli, smaniava di diventare mercante,
con un fondaco a Betlemme e magari nella stessa Gerusalemme.
Sogni, speranze, anche lui ne aveva avuti in gioventù.
 Ma ora guardava la vita dal di fuori, e vedeva cose che gli altri non vedevano,
nutriva diverse speranze.
Leggeva segnali persino nei semplici avvenimenti del quotidiano, avvisi straordinari
 che ai più sfuggivano, presi com’erano dalle passioni e dalle necessità.
Il tempo che stavano vivendo ne era colmo.
Si era accorto, ad esempio,
che certi arbusti che abitualmente gemmavano in quell’epoca
avevano già messo le foglie e persino accennavano a fiorire.
viandanti che provenivano dalle terre fertili di Samaria e Galilea
riferivano anch’essi di avvenimenti miracolosi, di inspiegabili fenomeni.
Molte vigne fiorivano e alcune mettevano grappoli,
le sorgenti odoravano di terebinto e miele,
le palme si flettevano sotto il peso di frutti inusitati per grandezza e colore.
Chi proveniva dalla costa fenicia
asseriva di aver vedutogli idoli di Baal e Astarte incrinarsi
spezzarsi senza alcuna causa apparente.
E non da meno erano i segni nel cielo :
c’era chi diceva che il sole si era diviso formando tre lucenti sfere,
che avevano riverberato a lungo prima di ricomporsi in un unico corpo celeste.
Nuvole dalle forme strane, riproducenti angeli o volti di profeti, aquile e leoni,
avevano solcato veloci il cielo di giorno, e luci fosforescenti,
scie fiammeggianti d’infinite iridi durante la notte, superando l’oscurità.
Lui stesso, Safed, aveva potuto notare al tramonto una grande stella brillare,
vivida e vicina, pulsando sulla cima delle montagne verso Occidente.
C’era come un’attesa nell’aria,
qualcosa che Safed non aveva mai provato nei tanti anni della sua vita di pastore.
 Anche gli animali da giorni si comportavano stranamente :
più mansueti e silenziosi del solito.
I cani, al contrario, latravano e si agitavano in maniera ossessiva e ininterrotta.
Tutti quei segni sembravano annunciare un tempo nuovo.

A metà della notte si levò un vento che agitò gli arbusti della montagna.
Una luce vibrante, immensa, illuminò lo stazzo.


I dormienti si sollevarono allarmati dai giacigli,
ma Safed si volse senza timore verso quella fonte luminosa
ove parve delinearsi un’evanescente figura librata sulle rocce,
che pronunciò un’esortazione :
« Andate, cercate un bambino in una mangiatoia.
È il Messia, il Cristo venuto a salvare il mondo »

La luce allora divenne canto. Una musica altissima.
 Un coro fatto di mille e più voci.
A quel richiamo, come rapiti in estasi, quegli uomini si alzarono incamminandosi.
Non seppero mai, anche dopo molto tempo da quella notte,
quale forza li spingesse a scendere dal monte, a unirsi a tanti altri che camminavano muti,
guidati dalla luce del magico astro, fino a trovare la stalla disadorna
dove un bambino appena nato giaceva nella mangiatoia,
vegliato da una donna risplendente di bellezza e candore e da un uomo santo,
e che due tra gli animali più miti, un asino e un bue, riscaldavano con il loro fiato.
Non capirono perché tutto ciò stesse accadendo a loro e che significato avesse,
ma il loro cuore, che sapeva, li fece prostrare,
adorare quel neonato circonfuso di angelica luce.
E il vecchio pastore Safed,
che più degli altri si chiedeva il perché delle cose e nutriva diverse speranze,
ebbe la certezza che il Cristo annunciato dalle Scritture
era disceso fra gli uomini e che li avrebbe consolati e riscattati per sempre.
Ritornarono in pace agli stazzi, e non erano più gli stessi pastori.
La terra di pietre e rovi, non più la stessa,
ora esultava sotto il cielo pervaso dal chiarore dell’alba.

- Leonida I. Elliot -

Veni, veni Emmanuel

Veni, veni Emmanuel



Testo Gregoriano

Véni, véni, Emmánuël, captívum sólve Israël,
qui gémit in exílio privátus Déi Fílio.

Gáude ! Gáude! Emmánuël, nascétur pro te, Israël.

Véni, véni, o Oriens, soláre nos advéniens;
noctis depélle nébulas, dirásque noctis ténebras.
 
Véni, o Jesse Virgula, ex hostis tuos úngula,
de specu tuos tártari educ, et antro bárathri.
 
Véni, Clávis Davídica, régna reclúde caélica;
fac íter tútum súperum, et cláude vías ínferum.

Véni, véni, Adónai, qui pópulo in Sínai
légem dedísti vértice, in majestáte glóriae.


Vieni, vieni, Emmanuele a riscattare la prigionia di Israele,
che geme in esilio in attesa del Figlio di Dio.

Rallegrati ! Rallegrati, Emmanuele nascerà per te, o Israele.

Vieni. vieni, o Oriente, illuminaci con la tua venuta;
allontana le ombre della notte e disperdi le tenebre notturne.

Vieni, Radice di Jesse, libera i tuoi figli dai nemici,
salva il tuo popolo dallʼabisso dellʼinferno e dalla profondità della tomba.

Vieni, Chiave di Davide, spalanca la patria celeste;
rendi sicura la via dei cieli e chiudi lʼaccesso allʼinferno.

Vieni, vieni, o Potenza, che al tuo popolo sul Sinai
hai donato la legge dallʼalto, nella maiestà della gloria.

mercoledì 21 dicembre 2022

Solstizio d'Inverno

Solstizio d'Inverno

Psicologia del Silenzio


Languore d’inverno.

Nel mondo di un solo colore

Il suono del vento

- Matsuo Basho -





Allineamento del sole all'alba


Cieco chi non vede il sole,
stolto chi nol conosce, ingrato chi nol ringrazia;
se tanto è il lume, tanto il bene, tanto il beneficio;
per cui risplende, per cui eccelle, per cui giova;
maestro dei sensi, padre di sustanze autor di vita.

- Giordano Bruno -

lunedì 19 dicembre 2022

Coscienza e reputazione

Coscienza e reputazione

Preoccupati più della tua coscienza che della reputazione.
La tua coscienza è quello che tu sei
la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te.

Quello che gli altri pensano di te è un problema loro. "

- Charlie Chaplin -

Vigili e ipnotizzati

Vigili e ipnotizzati


Fra coloro che hanno resistito all’infame abuso di potere
con cui la maggioranza della popolazione è stata costretta a farsi iniettare un veleno
non si dà abbastanza spazio alla fierezza e all’esultanza di aver potuto, con l’aiuto di Dio,
vincere la tirannia mascherata da Stato liberale.
Ebbene, è proprio così :
per quanto privi di ogni appoggio economico o politico,
siamo stati in grado di mantenere la posizione senza arretrare di un millimetro,
dimostrando così che la volontà ferma, sostenuta dalla grazia,
è capace di battere perfino l’arroganza, apparentemente invincibile,
della mafia finanziaria globale.
Onore dunque
a quanti si sono opposti vittoriosamente alle assurde pretese del potere,
che ha svelato la propria impotenza
di fronte all’inflessibile determinazione di uomini e donne
disposti a lottare per salvaguardare i diritti garantiti dalla legge naturale
e l’inviolabile dignità che il Creatore ha conferito agli esseri ragionevoli e liberi,
fatti a Sua immagine e somiglianza.
[...]
Questi ultimi tre anni hanno ridotto la maggioranza degli Italiani
a larve incapaci di reagire e di guardare avanti, raggomitolate su sé stesse,
attanagliate da ansie e paure le cui cause son del tutto artificiali :
la pandemia è stata pianificata, la guerra in Ucraina voluta e provocata;
la crisi energetica è una manovra speculativa, quella ambientale una gigantesca bufala.
Chi non ha più la fede né la capacità di valutare obiettivamente la realtà oggettiva,
nondimeno, ingoia qualsiasi sciocchezza e se ne lascia strutturare interiormente,
fino a considerarla verità assoluta e indiscutibile;
provare a farlo ragionare è del tutto inutile se non pericoloso, viste certe reazioni violente.


[...]
Gustave Le Bon dice che è quasi impossibile svegliare le masse.
Tuttavia, se le persone non ipnotizzate continuano a farsi sentire,
l’ipnosi di massa non riuscirà a raggiungere il punto di non ritorno
e non sarà possibile commettere gli atti più crudeli spacciandoli per dovere etico.

A questo punto si potrà osservare :
ma se sulla massa non hanno presa le argomentazioni razionali,
che senso ha continuare a parlare ? Nessuno si sveglierà dall’ipnosi indotta.

Desmet risponde : è vero, non dobbiamo aspettarci che la gente si svegli.
Tuttavia il risuonare continuo delle nostre voci dissidenti
è il solo strumento a disposizione per impedire di arrivare al punto di non ritorno.
Ogni volta che uno di noi dirà “ grazie tante, ma io la penso diversamente
l’ipnosi non potrà dirsi completata.

Sembra un obiettivo di poco conto, eppure una cosa è certa :
se le voci dissonanti taceranno, inizierà la distruzione dell’uomo.
 E sarà per tutti.
Il mostro totalitario divora sempre i suoi figli ( Hannah Arendt )



Concessione diritti

 Concessione diritti

Involucro colorato
nel quale avvolgere lo zuccherino avvelenato della coercizione
... espediente retorico ...
per imporre doveri e divieti.

sabato 17 dicembre 2022

venerdì 16 dicembre 2022

Now we are Free

 Now we are Free



Sinisa Mihajlovic

Sinisa Mihajlovic

La scomparsa di un uomo coraggioso


Da indomito guerriero quale era nello sport come nella vita
ha combattuto sino alla fine il male che lo aveva aggredito.

Un sergente di ferro con un cuore d'oro.

Uomo di un’altra generazione.
Quella di chi sa che fatica e divertimento possono coesistere.


« Non penso di essere un eroe, sono un uomo normale con pregi e difetti.
Ho solo affrontato questa cosa per come sono io
ma ognuno la deve affrontare come vuole e può.
Nessuno deve vergognarsi di essere malato o di piangere.
L’importante è non avere rimpianti
e non perdere mai la voglia di vivere e di combattere »



Insegnamenti

Insegnamenti


Al tempo del Buddha, c'erano innumerevoli insegnanti religiosi e spirituali
ognuno sosteneva un diverso percorso spirituale e pratica
e ciascuno sosteneva che i suoi insegnamenti erano i migliori e i più corretti.
Un giorno un gruppo di giovani venne a chiedere al Buddha :
« Di tutti questi maestri, a chi dovremmo credere ? »

« Non credere a niente, nemmeno a quello che ti dico ! »
rispose il Buddha
« Anche se è un insegnamento antico
anche se è insegnato da un insegnante molto venerato.
Dovresti usare la tua intelligenza e la tua mente critica
per esaminare attentamente tutto ciò che vedi o senti.
E poi metti in pratica l'insegnamento
per vedere se ti aiuta a liberarti dalle tue sofferenze e dalle tue difficoltà.
Se lo fa, puoi crederci. »

- Thich Nhat Hanh -

giovedì 15 dicembre 2022

Alla musica

Alla musica

Piazza della Stazione, a Charleville

Sulla piazza suddivisa in striminzite aiuole,
dove tutto è corretto, gli alberi e i fiori,
gli asmatici borghesi soffocati dall'afa,
portano, il giovedì sera, le loro stupide invidie.

- L'orchestra militare, in mezzo al giardino,
dondola i suoi chepì nel Valzer dei pifferi:
- Intorno, in prima fila, si pavoneggia il damerino;
il notaio pende dai suoi ciondoli cifrati:

i possidenti cogli occhialini sottolineano le stecche:
i grossi burocrati trascinano le loro grasse signore
accanto a loro vanno, cornac ufficiosi
quelle con i falpalà dall'aria di réclame;

sulle panchine verdi, i droghieri in pensione
smuovono la ghiaia col bastoncino a pomo,
discutendo i trattati molto seriamente,
tabaccano dall'argento, e riattaccano: "Insomma!..."

Stravaccando sulla panca le rotondità dei loro fianchi,
un borghese coi bottoni chiari, il pancione fiammingo,
gusta la sua pipa, da cui il tabacco in fili
trabocca - sapete, è roba di contrabbando;

- lungo le verdi aiuole ridacchiano i bulli;
e, resi sentimentali dal canto dei tromboni,
molto ingenui, fumando rose, i soldatini
carezzano i neonati per adescar le serve…

- Ed io, io seguo trasandato come uno studente,
sotto i castagni verdi le sveglie ragazzine:
loro lo sanno bene e volgono ridendo
verso di me, i loro occhi pieni di cose indiscrete.

Non dico una parola: guardo soltanto
la pelle dei loro bianchi colli ricamati da folli ciocche:
seguo, sotto il corsetto e i fronzoli leggeri
la schiena divina sotto la curva delle spalle.

Ben presto ho scovato lo stivaletto, la calza…
- Ricostruisco i corpi, arso da bella febbre.
Loro mi trovano buffo e parlottano sommesse…
- E io sento i baci che mi salgono alle labbra…

- Arthur Rimbaud -



Linguaggio linfocitico

Linguaggio linfocitico


Il sistema immunitario può difenderci da aggressori così diversi
( virus, parassiti, funghi, tumori )
grazie al grande numero di cloni di linfociti T e B
ciascuno dei quali esprime un recettore specifico.
Fino a pochi anni fa, mancava una “ stele di Rosetta
una chiave di decodifica per questo immenso repertorio.
Oggi esistono nuovi strumenti per sequenziare il DNA,
ma come risalire dalle sequenze alla specificità dei singoli cloni
e capirne la funzione ?




L'Arte e la Bellezza salveranno il mondo

L'Arte e la Bellezza salveranno il mondo



« La storia dell’umanità è stata caratterizzata sin dall’inizio dall’arte;
successivamente ha avuto la preponderanza la religione,
e poi è riuscita a imporsi la scienza.
Ma, in avvenire, sarà di nuovo l’arte a essere più importante.
Perché l’arte ? Perché non la religione o la scienza ?
Solo l’arte
può raggiungere il cuore degli uomini con immediatezza, risvegliandoli alla vera vita.
Tuttavia,
ciò non significa che non abbia alcuna critica da fare alle sue odierne forme di espressione;
anzi, si può affermare
che esse sono molto lontane da ciò che gli Iniziati intendono per “ arte ”,
cioè quell’attività che riunisce la vera scienza e la vera religione.
Sarà quell’arte a salvare il mondo, un’arte consapevole,
rischiarata dalle verità della saggezza e dell’amore.
In avvenire è agli artisti che verrà dato il primo posto,
perché il vero artista è al tempo stesso un sacerdote, un filosofo e uno scienziato.
Sì, perché il ruolo dell’artista è quello di realizzare sul piano fisico
ciò che l’intelligenza concepisce come vero e ciò che il cuore sente come buono,
affinché il mondo superiore, il mondo dello Spirito,
possa scendere e incarnarsi nella materia.» *
In queste righe del Maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov,
tratte dal libro Creazione artistica e creazione spirituale,
ritroviamo la funzione creativa dell’uomo,
funzione che lo eleva pienamente ad un’immagine di sé
con un senso definito e una direzione verso uno scopo concreto: la realizzazione di un’opera.
L’intuizione per lavorare ad un’opera è suggerita dall’ispirazione,
la cui natura sfugge, spesso, alla comprensione.
Ma cos’è l’ispirazione ?
« Secondo la Scienza esoterica, l’ispirazione non è altro che un contatto :
la comunicazione con una forza, o meglio con un’intelligenza o un’entità
che viene dai mondi superiori
e che si serve di noi per eseguire ciò che noi stessi non saremmo capaci di fare.» *

Certo è che l’opera deve essere bella, deve suscitare meraviglia, estasi.
È stata ispirata da una visione, è passata attraverso l’artista
- che si è offerto come canale -
per poter approdare ad altri,
trasportando con sé la pagina di una realtà impercettibile
- qualunque sia la dimensione abitata -
riflettente i magici mondi interiori;
con lo scopo di afferrare, creare, formare e diffondere Bellezza,
perché la Bellezza è un cibo che nutre l’anima.
E l’anima nutrita di Bellezza opererà nel Bene, nel Buono e nel Giusto.
Anche per il grande pittore e umanista Nicholas Roerich
la bellezza ha un ruolo essenziale nell’evoluzione dell’umanità.
Ecco cosa scrive :
« L’Arte unificherà l’umanità intera. L’Arte è una indivisibile.
L’Arte è la manifestazione della Sintesi futura.
Le porte della “ fonte sacra ” devono aprirsi a tutti.
Allora molti cuori, con amore rinnovato, saranno pervasi dalla luce dell’Arte.
Rendete l’Arte accessibile ad ogni uomo : essa gli appartiene.
Noi non dovremmo abbellire e ornare solo i nostri musei e le biblioteche,
le università e i teatri, ma anche le prigioni.
Allora non ci sarà più alcuna prigione.
Quest’idea,
che oggi appartiene al museo e alla scena, deve penetrare nella vita quotidiana.
Il segno della Bellezza aprirà le sacre porte.»

È un caso che noi donne si sia così sensibili alla bellezza e all’armonia delle forme ?
Per il Maestro Aïvanhov questa nostra sensibilità
è iscritta nel Grande Disegno dell’Intelligenza cosmica :
« Se non ci fosse stato nell’universo un particolare principio cosmico,
la Madre Divina, che lavora per conservare l’armonia delle forme,
gli uomini sarebbero divenuti di una bruttezza ripugnante.
Dato il modo in cui vivono, nel disordine, tra le passioni e i conflitti,
senza nessun ideale tendente al proprio perfezionamento,
come potrebbero non perdere la loro bellezza ?
Si incontrano uomini e donne meravigliosi in apparenza,
ma quando si conoscono le idee bizzarre e le dissolutezze che hanno nella mente e nel cuore,
si pensa che, se ci fosse una giustizia assoluta, dovrebbero avere un aspetto spaventoso.
Questa mancanza di corrispondenza tra l’aspetto interiore e l’aspetto esteriore
deriva dal fatto
che la vita interiore cambia molto più rapidamente rispetto alla forma esteriore.
Si tratta quindi di una mancanza di corrispondenza tra il passato e il presente.
In un solo giorno
l’essere umano può cambiare completamente la sua filosofia e la sua concezione del mondo,
mentre la sua forma fisica si trasforma molto lentamente,
perché è modellata su una materia molto più resistente del pensiero.
Immaginate un uomo dall’aspetto fisico ripugnante, ma che persegue una filosofia divina;
un po’ alla volta quella filosofia penetrerà in lui e animerà la materia del suo corpo fisico
a tal punto
da farlo diventare il riflesso preciso della sua vita interiore, della sua anima e del suo spirito :
diventerà quindi bello, radioso e divino…
Ogni uomo possiede un volto interiore
diverso da quello che presenta giorno per giorno alla vista degli altri.
È il volto della sua anima…
Il volto dell’anima è più potente e impone i suoi tratti al volto fisico.
In certi momenti lascia trasparire un po’ della sua bellezza,
perché può accadere che l’anima irradi tanta luce, tanta bontà e nobiltà,
che quei raggi passino attraverso il volto fisico;
allora si incomincia a intravedere di sfuggita il volto spirituale…
In realtà, la bellezza, la vera bellezza, non può essere spiegata.
È la vita, la vita che affiora , che emana…» *

È questo il mistero del sorriso della Gioconda ?

La vera opera d’arte su cui lavorare è l’uomo stesso,
poiché la sua bellezza interiore ed esteriore è indice della realizzazione,
della completezza e della perfezione che può raggiungere
e con le quali essere artefice di un’umanità raffinata ed eccellente.
Bellezza ed armonia
sono i mattoni con i quali possiamo ricostruire le nostre città e le nostre vite,
il vivere sociale e il vivere interiore, l’umanità e il singolo.
Educare alla Bellezza dei sentimenti e all’Armonia del pensiero
apre le porte all’ispirazione e all’intuizione scientifica, religiosa, tecnica, economica e politica.
E proprio per questo, la Bellezza salverà il mondo !

- Elisabetta Mastrocola -

          di Omraam Michaël Aïvanhov
Ed. Prosveta