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martedì 16 aprile 2024

Spina e quel 2000 a venire

Spina e quel 2000 a venire


Quanto lo vedeva lontano il 2000 quel bambino !

Nato per sua fortuna in una fattoria
a contatto con gli animali, la natura, il vigneto del nonno
e tutte le belle bestiole che trovava e osservava...
il trattore nei campi e i profumi della primavera...
i colori cangianti e sfarzosi che la magica natura offriva...
e poi... poi... le piante di more
( quante ne mangiava ! )
oltre alle albicocche... alle prugne... alle pere e all'uva.
Frutta che nemmeno lavava: semplicemente la prendeva e la mangiava.

Ogni giorno osservava felice e stupito la vita e la natura.

C’erano le galline da far uscire in un’aia e le anatre in un’altra
sul terreno a loro disposizione dove correvano e beccavano tutto il giorno.
E i conigli nel loro spazio… una decina di mucche... un toro focoso
e 2\3 vitellini quasi sempre presenti
ai quali andava a tastare le corna che iniziavano a spuntare.

Vedeva la magia della vita che nasce e che muore.
I nidi delle rondini nella stalla che ogni anno si riempivano di piccoli
con il becco sempre aperto a cinguettare e i genitori che li imboccavano.

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Aveva qualche giocattolo e si costruiva i giochi con semplici pezzi di legno.
Ma ciò che preferiva
era salire sugli alberi per vedere i nidi ... o quanto in alto riusciva ad arrivare…
oppure correre spensierato in mezzo ai campi con il suo cane:
un bellissimo spinone che lo seguiva anche quando andava a pescare le rane.
Lo avevano chiamato Spina perché femmina.
Che splendidi ricordi !

Quel bambino era vivo e viveva le emozioni che la vita gli offriva.
Anche quelle brutte.
Cadeva… si faceva male.
Aveva ucciso anche qualche piccolo animale che gli faceva ribrezzo
... salvo poi pentirsene.

Poi … a 12 anni
il trasferimento per lavoro dei genitori in una cittadina di provincia
contribuì gradualmente ad allontanarlo sempre più dalla natura.
Tuttavia molti anni dopo ... ormai cresciuto
gli riusciva ogni tanto di tornare con la moto in quei luoghi. 
E ogni volta che faceva quelle rimpatriate
doveva constatare che gli alberi erano sempre di meno…
che le rane erano sparite...
(un indicatore di acqua pulita sono proprio le rane:
dove è inquinata non si riproducono e scompaiono)...
che i nidi delle rondini non si riempivano più come prima.
Fiori e insetti stessa cosa: ogni 3-4 anni andavano riducendosi drasticamente.
Le libellule o le lucciole…
chi le aveva più viste se non raramente e solo nella profonda campagna ?
Da quanti anni non vedeva più quegli animali ?
Diceva a sé stesso che erano di fatto spariti … perché ...li abbiamo ammazzati.

Se ne stava seduto sul muretto di pietre che affiancava la fontana della piazza
continuando a meditare sull’aria avvelenata che si respira in città
circondati dal cemento che tanto ricorda la morte.
In compenso ho avuto il motorino… poi la moto e la macchina.
Sempre più tecnologia e computer:
prima Atari... poi il Commodore64... poi MSX... il Nintendo... Windows
...e infine il cellulare.
La realtà è diventata un’altra: virtuale. Non è più vero nemmeno il reale.

Il mondo… l’esplosione demografica negli ultimi 30 anni è stata spaventosa.

Edifici e appartamenti dappertutto… anche se i più sono vuoti.
Ma con l’edilizia ... si sa ... si riciclano i soldi.

Non abbiamo più un prato dove poter camminare scalzi...
dove raccogliere dieci tipi diversi di fiori colorati da portare a casa con un mazzo
come si faceva una volta per la mamma e poi per la ragazzina.
Niente calcio nei cortili. Vietato giocare se non in piccoli spazi.

E che dire delle farneticazioni proposte a più non posso ?
Bombardamenti quotidiani dai Media e dai social
per soddisfare gli sprovveduti con la voglia del “sapere” cose nuove
ma che in realtà sono soltanto ignoranza allo stato puro.
Siamo diventati le generazioni del monitor e delle tastiere.
Che siano telecomandi… cellulari oppure Personal computer poco cambia.
Le paragono a droghe artificiali più nocive di quelle naturali:
più le usi e più ti attraggono… sembrano importanti…
quando altro non sono che impulsi elettronici senza senso
che strutturano e focalizzano la mente
in modo da far pensare a cose inutili... inefficaci e prive di vita
disperdendo così la maggior parte delle nostre energie.
Sono Morte 
Siamo diventati una civiltà di morti che camminano,
nella quale nascono bambini che non sanno nemmeno cosa sia una gallina
ma hanno videogiochi... cartoni animati... e il mondo racchiuso in un monitor.

Abbiamo perso il contatto con la morte. Quella vera.
Non la vediamo più anche se ammazziamo miliardi di animali ogni anno.
Ma lo facciamo fare agli altri nelle fabbriche del cibo.
Beviamo vino che non è più vino… acqua bianca che spacciano per latte
ma che con il latte di mucca (per chi lo ha conosciuto e consumato)
non ha niente a che fare.
Mangiamo carne imbottita di farmaci e vaccini.
Ingurgitiamo medicine come fossero caramelle.
I cieli sono irrorati a tal punto che oramai nemmeno frutta e verdura si salvano.
Ingoiamo tutte sostanze mortifere.
E forse è per questo che siamo morti e non ce ne accorgiamo.
👀

Non riusciva a vedere nessuna VIA d'uscita
se non quella di una grande catastrofe
che riportasse indietro di qualche secolo questa civiltà malata
così che la Natura potesse riprendere a fare il suo ciclo.
Ma si chiedeva anche se non fosse troppo drastica quella sua conclusione.

Fece un lunghissimo inspiro ad occhi chiusi.
E mentre espirava apprestandosi a scendere dal muretto con un salto leggero
si rese conto che aveva tralasciato di fare considerazioni sui rapporti umani.

Un pensiero scaturito da chissà dove illuminò allora la sua mente.
Sorrise e guardò in alto verso il cielo.

Fu quel pensiero a generare in lui certezze
per la serenità interiore maturata successivamente.

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