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" Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "

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Possano le riflessioni di questi giorni trasformarsi in “ricordi d’oro” del tuo domani e accompagnarti ogni giorno nel cammino del Nuovo Anno.

lunedì 23 dicembre 2024

Rifrazione natalizia

Rifrazione natalizia

Nel cielo di Natale splende la costellazione del Cancro.
Al centro di questa costellazione c’è un ammasso stellare percettibile ad occhio nudo
che prende il nome di Presepe, Greppia o Mangiatoia.
Ai suoi lati ci sono due stelle, Gamma e Delta, che vengono chiamate Asinelli.

Di questa formazione celeste ne parlano Eratostene (276 A. C.)
Arato (315 A. C.), Eudosso (408 A.C.) e Plinio il Vecchio il quale scrive:
" Sunt in signa Cancri duae stellae parvae, aselli appellatae,exiguum inter illa spatium...
nubecula quam praesepia appellant ..."

 Forse è proprio vero che ciò che attesta il secondo verso della Tabula Smaragdina:
" È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto
e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare il miracolo della cosa unica. "

Mentre nel cielo astronomico della notte di Natale splende il Presepe
all’orizzonte compare la costellazione della Vergine
dando in tal modo riscontro alle antiche concezioni che vogliono la Vergine
in rapporto con la rinascita del Sole al Solstizio d’Inverno.
Secondo le logiche della tradizione
la Vergine rappresenta la forza generatrice della natura
che consente al seme di germogliare per dar vita, morendo, alla nuova pianta.
Viene spesso raffigurata come la donna che schiaccia la testa del serpente
ad indicare la scintilla divina che è nell’uomo
la quale, una volta suscitata
sconfigge l’energia brutale della materia (il serpente, appunto).

La Vergine viene spesso raffigurata da sola e con in braccio il Cristo
a sottolineare la forza generatrice che determina la rinascita.
È la stessa iconografia adoperata dalle civiltà arcaiche per raffigurare la Madre Terra;
molte Vergini nere, assimilate alla Madonna dalla religione cristiana
altro non sono
che precedenti rappresentazioni di questa forza vitale della natura
chiamata Nerthus dagli antichi popoli nordici, Bride o Belisama dai Celti
e Demetra dai Greci.

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