Furti storici e ricerca radici spirituali
Sul furto della storia da parte dell’élite
specialmente della nostra storia occidentale.
Estratto da: L’Ortodossia attraverso i miti occidentali
Il passato distorto: una reinterpretazione dell’Europa
dalla rivista Orthodox England, vol. 14, n. 3 (marzo 2011)
Pag. 159
[...]
In questo quadro una componente essenziale è la visione della storia che
legittima la superiorità degli europei a causa del loro ruolo nel fomentare
il progresso universale e che cerca di convertire tutti noi in complici di
tutti i loro abusi, nascondendoci il fatto che il progresso è stato
raggiunto a discapito della maggior parte di quegli stessi
europei. Infatti il punto non è che questa visione eurocentrica privi i non europei
della loro storia (anche se lo fa).
Il suo obiettivo più importante è sicuramente quello di privare della
propria storia gran parte dei popoli europei stessi, tacendo loro il fatto
che hanno un passato diverso da quello che è stato canonizzato come storia
ufficiale.
Nasconde loro anche il fatto che in questo passato essi possono trovare una
vasta gamma di speranze e possibilità non realizzate e che molto di ciò che
è stato loro presentato come progresso è solo
una maschera per coprire varie forme di appropriazione economica e di
controllo sociale.
Quando togliamo alle classi inferiori la loro storia e la loro coscienza,
le riduciamo al ruolo di selvaggi nei loro paesi.
Questo è accaduto in passato per i contadini che hanno cercato il progresso
nell’ambito della loro agricoltura di base comunitaria e agli artigiani che
volevano macchine messe al servizio del genere umano.
Traduzione di Josep Fontana
Il futuro dell’Europa è al di là dell’umanesimo superficiale
nella ricerca di una tradizione spirituale più profonda.
[...]
Oggi l’Europa si trova ad affrontare il crollo della cultura laica e
aristocratica su cui si è basata la seconda fase della sua unità. Sentiamo
una volta di più la necessità di unità spirituale o almeno morale.
Siamo consapevoli dell’inadeguatezza di una cultura puramente umanistica e
occidentale.
Non possiamo più accontentarci di una civiltà aristocratica, che trova la
sua unità nelle cose esteriori e superficiali e ignora i bisogni più
profondi della natura spirituale dell’uomo. E allo stesso tempo non abbiamo
più la stessa fiducia nella superiorità innata della civiltà occidentale e
nel suo diritto a dominare il mondo.
Siamo consapevoli delle rivendicazioni delle razze e culture soggette e
sentiamo il bisogno sia di protezione dalle forze insorgenti del mondo
orientale sia di un contatto più stretto con le sue tradizioni spirituali.
Come soddisfare questi bisogni, o se è possibile soddisfarli, possiamo al
momento solo ipotizzarlo.
Ma è bene ricordare che l’unità della nostra civiltà non si basa interamente
sulla cultura laica e sul progresso materiale degli ultimi quattro secoli.
Ci sono tradizioni più profonde di queste in Europa, e dobbiamo tornare
indietro oltre l’Umanesimo e i trionfi superficiali della civiltà moderna,
se vogliamo scoprire le forze sociali e spirituali fondamentali che hanno
portato alla creazione dell’Europa.
Estratto da: The making Europe (La creazione dell’Europa)
- Christopher Dawson -
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