Mondi invisibili - 2
  Dopo diversi anni di vacanze estive trascorse in montagna
  
  quell'anno  
  accettai di buon grado la proposta di passarne una al mare.
  
  Fu così che si decise di tornare a Manarola
  
  uno dei vecchi borghi delle
    Cinque Terre
    non lontano da La Spezia.
  
  Fummo fortunati ad affittare nuovamente per l’intero mese d’Agosto
  
  da un anziano conte milanese per una cifra ragionevole
  
  lo stesso appartamento affacciato sulla piazzetta dei pescatori.
  
   Fu contento di rivederci. Un vero signore.
  
  Noblesse oblige !
  L’auto parcheggiata all’ombra sul piazzale sovrastante il paese
  obbligava a una ripida camminata da fare ogni 2/3 giorni
  per controllare che tutto fosse a posto … e ogni tanto per dar giri al
    motore.
  Gli spostamenti ovviamente a piedi
  o in traghetto lungo la costa oppure con la ferrovia per tutta la
    Riviera.
  Riposo assoluto… bagni di mare e sole
  letture e passeggiate solitarie lungo i sentieri che sovrastano il
    mare.
  Ma anche escursioni mondane e culinarie
  a Chiavari, Rapallo, Sestri Levante, Portovenere, Lerici e La Spezia.
  E in quelle occasioni
  capitavano pomeriggi interi passati nelle librerie alla ricerca di testi di
    buona lega
  che potessero essere utili alle mie esigenze di ricerca intellettuale … e
    metafisica.
  Erano quelli gli anni in cui lottavo silenziosamente
  alla ricerca di quel me stesso così
    inafferrabile.
  Anni di luci ed ombre … non solo spirituali.
  Fu così che una sera
  finita la cena a un’ora insolitamente tarda e dato il giusto contributo a
    riordinare
  infilai un giubbino per ripararmi dalla brezza marina e da improvvise
    folate di vento.
  Salutai il resto della comitiva
  e uscii per fare quattro passi e gustare l’aroma di un buon sigaro
    Mercator.
  Di fatto non sono mai stato un fumatore …
  ma ancora oggi ... in alcune circostanze e solo in quelle
  mi godo il dolce profumo sprigionato da quel tabacco.
  Poche le persone incontrate in giro per il paese
  ma dai locali circostanti percepivo suoni di voci attardate
  … musica e risate.
  Mi avviai lentamente lungo la stradina asfaltata sostenuta da arcate di
    cemento
  che s’inerpica sul lato della piazzetta e che … fiancheggiato il piccolo
    cimitero
  s’inoltra lungo il fianco della collina costeggiando sporgenze e rientranze
    naturali
  per poi discendere verso un’ansa del mare … dove … ripreso l’aspetto del
    sentiero battuto
  torna a risalire in lunghi e impegnativi saliscendi
  in direzione della bianca spiaggia sassosa di Corniglia
  e più lontano ancora … proseguire verso Vernazza e infine Monterosso.
  Lungo il tratto asfaltato a ridosso del paese
  si alternano lampioni che gettano la loro luce sul camminamento …
  mentre panchine di pietra offrono riposo a gambe affaticate
  e parapetti di cemento e ferro
  danno protezione a chi si affaccia da quelle balaustre naturali
  per ammirare la risacca del mare che s’infrange sulle rocce
    sottostanti.
  Dopo l’ultima curva … prima che la strada declini verso l’ansa di
    mare
  … completamente al buio …
  si allarga un piccolo spiazzo panoramico
  dove in una nicchia della roccia è collocata
  l’ultima panchina.
  Posto da temerari più che da innamorati in cerca di una intimità
    serale.
  Punto d’osservazione affascinante … ma anche da brividi
  visto lo scenario sovrastato da un cielo nero come la pece
  in cui
  le stelle sembravano brillanti incastonati
  … la Luna a portata di mano
  e le luci della costa simile a uno splendente collier disteso sul collo di
    una Dea
  presente ... ma invisibile a occhi umani.
  Quando mi accomodai su quella panchina
  gli ultimi fiati di vento di quella giornata piuttosto ventilata
  continuavano a riunirsi per poi creare sporadiche folate.
  Nell’aria vagava il profumo dei caprifogli
  e il fragore del mare sottostante ricopriva qualsiasi altro rumore.
  Non ricordo perché
  ma decisi di non accendere il sigaro che avevo riposto nel taschino del
    giubbotto.
  Allargate le braccia
  le appoggiai allo schienale e
  guardai verso il panorama che avevo di fronte.
  Ammiravo quel firmamento tempestato di stelle …
  Più verso lo zenit che non a metà via con l’orizzonte
  l’Orsa Maggiore incombeva su quella parte di cielo.
  Ero affascinato da quello che vedevano gli occhi
  nonostante non fosse la prima volta che sedevo su quella panchina.
  E più guardavo
  più mi rendevo conto che lo facevo con
  un sereno distacco mentale.
  Fu a quel punto che lentamente
  prese a sorgere nella mia coscienza uno stato indefinito di serenità.
  Iniziai ad avvertire una strana sensazione …
  come se la dimensione normale della mia massa corporea iniziasse a
    dilatarsi
  preludendo alla completa libertà dal corpo.
  Mi abbandonai totalmente a quella indeterminata condizione di sospensione
    dello spirito
  che senza fretta s’impadroniva della mente e di ogni aspetto radicale della
    mia fisicità.
  Ed ecco che …
  dilatandosi lo sguardo
  ( ? )
  notai a una certa distanza scivolare nel buio un tenue impalpabile
    bagliore
  all’interno del quale … “
  presenze
  “ sembravano “
  dialogare “ tra loro
  ... con un suono non labiale ma interiore.
    (
        continua
        )
  
  
    ( forse )
  
  😊
  
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