Oggi quanti studenti universitari potrebbero anche solo comprenderne una
pagina ?
Quanti professori ?
Da una parte abbiamo migliaia di anni di tradizione spirituale, solidale
nella sua multiformità ma univoca nella sua tendenza al sacro e alla
trascendenza, sostenuta e testimoniata da intelletti eccelsi, oggigiorno
ineguagliabili, che ha dato vita a fiori di civiltà, di arte, di rito e
liturgia, in una costante tensione verticale, che in alcuni momenti
storici è giunta a sfiorare la perfezione, e in alcune figure l'ha proprio
realizzata. Dall'altra parte abbiamo quest' ometto moderno, che liquida
tradizione e fenomeno religioso come fossero fandonie, roba da ingenui e
creduloni, che si fanno abbindolare dal primo che passa. Come se si
potesse andar di fronte a San Gregorio Palamas, a Meister Eckhart, a Ibn
Arabi, a San Dionigi Aeropagita, a spiegargli che non hanno capito nulla,
che sono dei poveri mentecatti, che si sono fatti riempire di balle dal
primo imbonitore del deserto.
Per carità, anche un bambino messo di fronte a una centrale atomica può
pensare che sia fatta di lego, e pertanto credere di poterla riprodurre coi
suoi mezzi, o disfarla. Ma questo accade perché conosce solo i lego, non
perché sia in grado di fare ciò che crede di poter fare. Come minimo si può
dire che manca completamente di senso delle proporzioni. - W. I.
Riporto come esempio e consiglio per approcciare la tematica
Argomenti puramente razionali, perché rivolti a chi non ha la fede
che san Tommaso riformulò in modo più rigoroso nella Summa Theologiae.
1) Movimento. E’ evidente che certe cose si muovono e tutto ciò
che si muove è mosso da altro. Colui che è in movimento e colui che viene
mosso sono due entità distinte. Il primo non è ancora in atto, il secondo
è già in atto. Ci dev’essere dunque all’origine qualcosa che non può
essere mosso da altro, questo lo chiamiamo Dio. 2) Causa efficiente. E’ impossibile che una cosa sia causa
efficiente di sé stessa, perché per esserlo dovrebbe produrre sé stessa e
dovrebbe esserci prima di essere prodotta. Noi non ci facciamo da noi
stessi e quindi bisogna ammettere una prima causa efficiente, questa la
chiamiamo Dio. 3) Contingenza. Esistono cose che
prima non c’erano e poi non ci sono più, sono contingenti. Se tutto fosse
contingente vorrebbe dire che tutto ciò che esiste può non essere. Questo
significa dunque che ci può essere un momento in cui non c’è nulla, ma non
si spiegherebbe perché adesso c’è qualche cosa. Non c’è quindi mai stato
un momento in cui non c’era niente: se c’è qualche cosa allora vuol dire
che non tutto è contingente, c’è almeno un ente che è necessario, cioè che
non può non essere, questo lo chiamiamo Dio. 4) Gradualità: esistono cose più o meno belle, nobili, perfette
ecc.., ma il grado minore o maggiore di una cosa dev’essere sempre in
paragone a qualcosa d’altro, cioè se ci sono cose di grado parziale, ci
deve essere necessariamente qualcosa di grado supremo. Se ci sono diversi
gradi di essere, è necessario un essere nel grado massimo, questo lo
chiamiamo Dio. 5) Ordine: esistono cose ordinate ad
un fine, pur non essendo loro intelligenti. Queste cose non sono in grado
di direzionarsi verso un fine, quindi occorre necessariamente qualcuno che
le abbia dirette verso un fine (come la freccia e l’arciere), questo lo
chiamiamo Dio.
Val la pena approfondire ... mettendo da parte il Lego
La specie artificiale. Saggio di bioetica evolutiva. È un
libro che affronta i consueti temi della bioetica, ma da una prospettiva
radicalmente diversa. Lo scopo principale della ricerca non è, infatti,
argomentare “pro” o “contro” questa o quella pratica biomedica, come già
fanno molti libri in circolazione, ma cercare di capire come gli sviluppi
della biomedicina da un lato e le dottrine bioetiche dall’altro stanno
modificando e modificheranno ancor di più in futuro la specie umana. Ci si
chiede spesso se una pratica biomedica sia benefica o malefica
nell’immediato, ma ci si domanda assai più raramente che impatto essa abbia
sull’evoluzione. Ancora meno ci si chiede che impatto abbiano
sull’evoluzione le dottrine bioetiche. Assumendo un punto di vista
evolutivo, la classica contrapposizione di campo tra “laici” e “cattolici”
appare in una luce diversa. Una volta che le tecniche sono state forgiate,
non importa se si è favorevoli o contrari: qualunque scelta determinerà
l’evoluzione della nostra specie che, in questo preciso senso, è
“artificiale per natura”. Quello che davvero importa è dunque capire da dove
veniamo, dove stiamo andando e soprattutto dove vogliamo andare.