Sulle orme del Papa eremita
Le premesse ci sono tutte: anno giubilare e, insieme, anno di conclave.
C'è un cammino in Italia che consente di riallacciare le fila di queste storie.
È il Cammino grande di Celestino.
Rientra nel novero di quelli pensati e ideati dall'Ufficio speciale per la ricostruzione,
grazie ai finanziamenti del Pnrr.
S'inserisce, dunque, in un dedalo di proposte di «turismo lento»
che, intersecandosi, giungono a coprire quasi tutto il territorio della regione.
Esse evidenziano, ancor di più, la vocazione naturale dell'Abruzzo per il genere.
La regione verde d'Europa, con i suoi grandi silenzi
sembra, infatti, l'ideale per quanti intendano percorrerla e lentamente scoprirla.
Magari in compagnia, ma senza rinunziare al tempo della riflessione interiore.
In Abruzzo, inoltre, sono tanti i percorsi che dalla montagna giungono fino al mare.
Il Cammino grande di Celestino rientra nel genere:
in dodici tappe dalla Basilica di Collemaggio ad Ortona.
Con l'auspicio che si trovino le risorse per spingersi fino al Gargano,
teatro della tentata fuga di Celestino verso la Grecia.

" ... tra i quali furono accolti alcuni francescani della corrente degli spirituali che aspettavano l’avverarsi di alcune previsioni del calabrese abate Gioacchino di spirito profetico dotato, e tra l’altro l’incoronazione di un «papa angelico». Quest’ultima profezia sembrò realizzarsi nel 1292 quando Pietro da Morrone fu eletto Papa; ma fu breve speranza, perché, dopo cinque mesi di penosa esperienza, durante i quali si cercò di compromettere il nuovo papa nelle meschine e acerbe lotte tra gli Orsini, i Colonna e i Caetani che si agitavano nella stessa Curia, egli pronunziò solenne rinunzia al papato, compiendo un gesto senza esempio nella storia della Chiesa. Quell’atto gli valse di essere relegato da Dante, amareggiato in alcune sue illusioni politiche, tra gli «ignavi», nel vestibolo dell’ Inferno (perché «fece per viltade il gran rifiuto»); ma la decisione del monaco posto a scegliere tra due forme di vita che gli apparivano inconciliabili, il papato e la santità, può essere ora giudicata in un senso ben diverso, come atto di cristiana sincerità. E in quel senso San Celestino V è certamente da ammirare come il più abruzzese dei Santi: non si può capire un certo aspetto dell’Abruzzo senza capire lui.“ - Ignazio Silone - 1948 - dalla presentazione dell’Abruzzo per il Touring Club