I mondi del male e gli uomini
Al di sotto della sfera della Kelippah Nogah ci sono i mondi totalmente
malvagi.
Ognuno di essi presenta il suo particolare aspetto del male
e, come nel caso dei mondi della santità, è dinamicamente collegato agli altri
dai legami di trasformazione tra i mondi e i vari livelli,
in un processo che continua fino al più profondo abisso del male.
[...]
Gli esseri che abitano i mondi del male sono anch'essi chiamati
"angeli"
ma essi sono piuttosto angeli sovvertitori, angeli di distruzione.
Come gli angeli dei mondi superiori, anch'essi sono esseri spirituali
e sono confinati ciascuno in una ben definita essenza e ciascuno al suo
scopo.
[...]
Alcuni di questi angeli pericolosi sono esseri autosufficienti
con caratteri specifici chiaramente definiti, la cui esistenza è, in un
certo senso, eterna
almeno fino a quando questo tempo e questo male svaniranno dalla faccia
della terra.
Inoltre ci sono gli angeli sovvertitori creati dalle azioni degli
uomini,
dalla oggettivazione del malanimo:
il pensiero malvagio, il desiderio ispirato dall'odio, l'azione
perversa.
Perché, oltre alla sua conseguenza visibilmente distruttiva,
ogni atto di livore o malvagità crea un astratto essere gnostico,
un angelo che appartiene al livello del male corrispondente che lo ha
generato.
Nella loro intima esistenza tuttavia le creature del male non sono entità
autonome,
non vivono per mezzo delle proprie forze; la loro esistenza dipende dal
nostro mondo.
Cioè essere ricevono la loro forza vitale dal nostro mondo, la loro sorgente,
che essi non possono far altro che riprodurre, in modi diversi,
nei livelli progressivamente più bassi.
[...]
Ne deriva che questi mondi del male agiscono in unione con e direttamente
sull'uomo,
sia sotto forme naturali e concrete che sotto astratte forme
spirituali.
Gli angeli sovvertitori sono pertanto anche tentatori e istigatori al
male,
poiché essi portano la conoscenza del male dal loro mondo al nostro.
Allo stesso tempo, più un essere umano compie il male,
maggiore è la forza vitale che questi angeli traggono da lui.
- Adin Steinsaltz -
Un incontro con la mistica ebraica
Ce n'é di che meditare in abbondanza