Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

T. de Chardin :
" Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "

SAPERE AUDE ! ET SI OMNES EGO NON

domenica 29 settembre 2024

Conosci te stesso ?

Conosci te stesso ?


Nella Grecia antica “Conosci te stesso” è un motto iscritto nel tempio di Apollo a Delfi.

E' una esortazione a conoscere i propri limiti per conseguire il pieno sviluppo della personalità. “Conosci te stesso” è la presa di coscienza del soggetto di se stesso come persona.

Conoscere se stesso dovrebbe essere una cosa facile, invece risulta difficile da farsi.
Guardarsi dentro è più complicato di quello che sembra.
Normalmente le persone preferiscono riflettere su altro, non su se stessi,
non hanno coscienza della propria coscienza.
Non hanno autocoscienza.
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Aspettare tre anni

Aspettare tre anni


« La pazienza è una caratteristica di cui sono sempre più carenti i giovani del dopoguerra,
e questa tendenza si andrà accentuando.
In qualsiasi ambito, affinché una persona possa compiere una grande crescita
è indispensabile una fase di allenamento,
un periodo in cui dovrà essere in grado di stringere i denti e tener duro.
Possiamo dire che questa fase sarà un continuo susseguirsi di momenti duri,
spiacevoli, dolorosi e tristi;
ma solo dopo averli superati, quando verrà il momento
sbocceranno e fioriranno magnificamente meravigliosi fiori e frutti.
Se si rinuncia a metà strada, qualsiasi capacità si possieda alla fine
non darà alla luce alcun frutto.
D’altronde, non vi è forse un antico proverbio che dice:
“ Aspetta per tre anni in ogni cosa, anche sopra una pietra ” ?

- Josei Toda -

Cerchiamo di essere pazienti
e soprattutto di credere in ciò che facciamo.

sabato 28 settembre 2024

L'era del cinghiale bianco

L'era del cinghiale bianco



È un’età mitologica e magica di quando raggiungi la conoscenza assoluta, nel senso spirituale. L’evoluzione, dal punto di vista tecnologico, avanza con una certa velocità.
L’evoluzione spirituale, invece, è lentissima, tanto che la storia si ripete continuamente,
come le guerre che si fanno sempre per gli stessi motivi.
L’era del cinghiale bianco sarà il momento in cui tutti noi,
su questo pianeta e nelle prossime vite, arriveremo ad un grado di consapevolezza così alto
che invece di dire sempre ciò che pensiamo, con la mente,
diremo ciò che sentiamo, con il cuore.

Mai successo

Mai successo 


Nella storia dell'umanità
non ci sono MAI state così tante informazioni accessibili
per conoscere e comprendere la verità sugli eventi in atto.
Parimenti
non sono mai state così numerose le persone che rifiutano di vederla.
Forse per indole... forse per disinteresse... forse per paura.


Eppure
ci è dato per sorte o per fortuna (?) di vivere in questo mondo e in questi tempi
per assistere, partecipare, e perché no ? contribuire nel proprio piccolo
al possibile abbattimento di un sistema di controllo millenario.

Chi vivrà vedrà

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« Cinque minuti dopo la tua nascita,
decideranno il tuo nome, la tua nazionalità, la tua religione e la tua tribù
e tu passerai il resto della tua vita sorridendo a difendere cose che non hai scelto.»
- Arthur Schopenhauer -

« Ma, fortunatamente,
alcuni nascono con Sistemi Immunitari Spirituali
che prima o poi rifiutano la visione illusoria del mondo innestata su di loro dalla nascita
attraverso il condizionamento sociale.
Cominciano a percepire che qualcosa non va e iniziano a cercare risposte.
La Conoscenza Interiore e le esperienze esterne anomale
mostrano loro un lato della realtà di cui gli altri sono ignari,
e così inizia il loro viaggio di risveglio.
Ogni passo del viaggio è fatto seguendo il cuore invece di seguire la folla
e scegliendo la conoscenza sui veli dell'ignoranza. »
- Henri Bergson -

venerdì 27 settembre 2024

Che fantastica storia è la Vita

Che fantastica storia è la Vita



E quando penso che sia finita, è proprio allora che comincia la salita.....

Scegliere sempre la Vita ... riprendendola in mano


L'Essenza della nostra natura mortale

L'Essenza della nostra natura mortale


Plutarco nella sua opera su LA «E» di Delfi
riguardante l'esistenza della natura mortale ci dice quanto segue:

Noi non abbiamo alcuna parte nel vero Essere "
ma ogni natura mortale si trova tra la nascita e la decadenza,
e offre di sé solo uno spettro e un'immagine vaga e incerta.

Se ora fissi la mente desiderando coglierlo: come la forte azione dell'acqua fa disperdere il contenuto fuoriuscendo con la pressione e la concentrazione dell'acqua nello stesso luogo, così la ragione viene meno, quando l'estrema limpidezza di ogni cosa di quelli che possono essere alterati e cambiati, perché ora esamina l'avvenimento e ora il suo decadimento, sicché non può comprendere nulla degli Esseri fissi e reali.
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Todo modo

Todo Modo para Buscar lvoluntad divina 
Cercate in ogni modo di adeguarvi alla volontà divina
- S. Ignazio di Loyola - 

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E oggi... ancora più che allora
( pe' chi governa... e
 no soltanto a Roma )
IDDIO  nun é più trino... ma quattrino. 


Potere e soprusi

Potere e soprusi



" ... non ci sono santi in terra: allora meglio il compromesso. "

Alla ricerca del senso perduto

Alla ricerca del senso perduto

Spesso ci facciamo ingannare dallo specchio:
lo identifichiamo in quello che ci rimanda addosso la nostra immagine
... così com’è ...
piuttosto che assimilarlo nell’altro, che riflette il nostro modo di essere
con le nostre movenze, comprensive di errori e gesti buoni...
tutti quello che da soli non riusciremmo mai a capire.

~ ~ ~ ~ ~

La perdita dell’unità dell’essere è la grande malattia dell’uomo moderno
ed è la fonte delle maggiori depressioni che colpiscono i giovani d’oggi,
 perché perdendo l’unità di se stessi si perde il senso della vita.
Da che dipende un simile processo ?
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mercoledì 25 settembre 2024

L'inconsolabile

L'inconsolabile

da Dialoghi con Leucò
- Cesare Pavese -

Il dialogo esprime il dramma di Orfeo che ha ben compreso
come la morte di Euridice rappresenti il definitivo concludersi di un’epoca. Riportarla in vita non ha alcun senso, perché quanto è perduto lo è per sempre. Per questo Orfeo scelse di voltarsi, quando già intravedeva il barlume del giorno.

Il sesso, l’ebbrezza e il sangue richiamarono sempre il mondo sotterraneo
e promisero a più d’uno beatitudini ctonie.
Ma il tracio Orfeo, cantore, viandante nell’Ade
e vittima lacerata come lo stesso Dionisio, valse di più.
( Parlano Orfeo e Bacca )


« Io cercavo, piangendo, non più lei ma me stesso »

Dopo l’esperienza nell’Ade
Orfeo voleva tornare alla vita, ma da solo.
Si sentiva felice per il barlume di luce e il mondo dei vivi
mentre non gli importava più nulla di Euridice che ormai apparteneva ad un altro mondo.
Visto dal lato della vita tutto è bello. Ma credi a chi è stato tra i morti… non vale la pena.
Secondo le Baccanti Orfeo pensa troppo alla morte
mentre loro si godono la festa. Ma egli replica:
É necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno.
L’orgia del mio destino è finita nell’Ade
finita cantando secondo i miei modi la vita e la morte.

Anche Pavese è sceso più volte nell’inferno, non ha mai condiviso la gioia di vivere degli altri
e ha cantato per tutta la vita l’amore che gli mancava
e la solitudine che non ha mai smesso di morderlo.

Egocentrismo transiente

Egocentrismo transiente


LUI io  LUI io  LUI  IO  LUI  IO  LUI  IO ... 
IO LUI IO LUI IO LUI IO LUI io  ...  LUI

Quante n'avemo viste ...

Quante n'avemo viste



La morte non esiste

 La morte non esiste

di Stéphan Allix

Un'inchiesta scientifica. Un viaggio spirituale.
Le prove della vita oltre la vita: 15 anni di indagini rivoluzionarie.
Il libro definitivo sui temi della vita e della morte. Il bilancio di un giornalista d'inchiesta,
ma anche di un uomo e di un padre, desideroso di trasmettere a sua figlia
il profondo senso di pace generato dal suo viaggio alle frontiere della vita.
Che cosa succede quando moriamo ? Cosa accade alla nostra coscienza ?
Sopravvive alla morte cerebrale ?

Attraverso un percorso durato oltre 15 anni,
le ricerche mediche e neuroscientifiche esaminate dall'autore,
così come gli innumerevoli fenomeni inspiegabili legati alla morte che ha avuto modo di investigare (esperienze di premorte, percezioni extrasensoriali, stati di coma vigile e così via),
lo hanno portato a stabilire che la nostra coscienza
ha una dimensione spirituale che trascende la mera fisiologia del corpo.
È forse ciò che i mistici di tante diverse culture chiamano "anima" ?


Non omnis moriar - Orazio

martedì 24 settembre 2024

Expergisci

 Expergisci

Il risveglio



In nebula aurorae, post imbrem / semen expergíscitur
Quiete... Latet...
In tranquillitate aurorae / semen spirare incipit
In tranquillitate aurorae / semen spirare incipit
Lente... tamen certe... / Tamen certe... 
Aves canere incipiunt dum sol oritur.
Lux solis saltare incipit cum carmine
" Ver venit ! "
" Nulla hiems manet in aeternum ! "
In gaudio veris / semen crescit.
  Quiete... Latet... / Quiete... / Latet...

Si tratta del brano d'apertura della composizione Arbor mundi
del compositore giapponese Kentaro Sato autore della musica e del testo
tradotto volutamente in latino
per restituire l'aspetto sacrale di questo canto iniziatico della rinascita.

La pace dell'alba, il respiro della natura, il canto degli uccelli al sorgere del sole
sono alcuni tra i momenti evocativi di un Eden ritrovato.
 
Un percorso immaginario... tra le emozioni che la Natura sa fornire
a chiunque sappia apprezzarla e difenderla.

La verità di Maria

 La verità di Maria

di Glen Cooper - Ed. Nord

Egitto, 69 d.C.
Ha viaggiato a lungo, e adesso ha bisogno di un posto dove nascondersi
dagli uomini che vorrebbero metterla a tacere.
Nonostante i rischi, Lia è pronta ad accogliere quella donna nella sua casa
a proteggere lei e la sua storia.
Perché la sua verità è un segreto per cui vale la pena morire.
Egitto, oggi.
Era sepolta da anni negli archivi del Museo del Cairo, tra altre centinaia di reperti
destinati a non essere mai né studiati né esposti.
È quello che Samia si ripete
per giustificare il furto di una maschera funeraria risalente al I secolo d.C.,
l'unico modo per racimolare i soldi necessari per pagare le cure mediche della sorella.
Prima di rivenderla, però, Samia si accorge che la maschera non è fatta di lino,
secondo l'uso dell'epoca, bensì di papiro.
E la scritta che v'intravede all'interno cambierà tutto.
Roma, oggi.
Cal Donovan è in città per assistere all'inaugurazione del nuovo pontificato,
quando riceve la telefonata di una sua ex studentessa di Archeologia,
che sostiene di essere entrata in possesso di un oggetto sconcertante e pericoloso.
Ma, poche ore dopo, la giovane scompare nel nulla.
A Cal non resta quindi che mettersi sulle sue tracce,
per evitare che il manufatto cada nelle mani sbagliate e il mondo ne subisca le conseguenze...

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Da leggere

lunedì 23 settembre 2024

Pane e miele

 Pane e miele



Estasi filosofica

Estasi filosofica

Tratto da :


Bisogna eleggere un luogo
nel quale non si senta strepito d'alcuna maniera,
all'oscuro o al barlume di un piccolo lume, così dietro,
che non percuota negli occhi, o con occhi serrati.

In un tempo quieto et quando l'uomo si senta spogliato d'ogni passione,
tanto del corpo, quanto dell'animo.

In quanto al corpo non senta né freddo né caldo, non senta in alcuna parte dolore,
la testa scarica di catarro e dai fumi del cibo et da qualsivoglia umore;
il corpo non sia gravato di cibo, né abbia appetito né di mangiare né di bere,
né di purgarsi, né di qualsivoglia cosa;
e stia in questo luogo posato a sedere nella maniera più comoda,
appoggiando la testa alla mano sinistra, o in altra maniera più comoda.

L'animo sia spogliato d'ogni minima passione o pensiero,
non sia occupato né da mestizia o dolore, o allegrezza o timore, o speranza;
non pensieri amorosi, o di cure famigliari, o di cose proprie o d'altri;
non di memoria di cose passate o di oggetti presenti,
ma essendosi accomodato il corpo come sopra, deve mettersi là,
et scacciare dalla mente di mano in mano
tutti i pensieri che gli cominciano a girar per la testa.
Et quando ne viene uno, subito scacciarlo, et quando ne viene un altro,
subito anco lui scacciare, insino che non ne venendo più, non si pensi a niente al tutto,
et che si resta del tutto insensato interiormente ed esteriormente,
et diventi immobile come se fussi una pianta o una pietra naturale:
et così l'anima,
non essendo occupata in alcuna azione, né vegetabile, né animale,
si ritira in se stessa,
et servendosi solamente degli istrumenti intellettuali,
purgata da tutte le cose sensibili, non intende le cose più per discorso,
come faceva prima, ma senza argomenti e conseguenze.

Fatta Angelo [l’anima] vede intuitivamente l'essenza delle cose
nella loro semplice natura, et però vede una verità pura, schietta,
non adombrata, di quello che si propone speculare.

Perciocchè avanti che si metta all'opra,
bisogna stabilire quello che si vuole o speculare, o investigare et intendere;
et quando l'anima si trova depurata proporselo davanti,
et allora gli parrà di avere un chiarissimo e risplendente lume, mediante il quale
non gli si nasconde verità nessuna.
Et allora si sente tal piacere e tanta dolcezza
che non vi è piacere a questo mondo che a quello si possa paragonare:
né anco il godimento di cosa amatissima non ci arriva a gran pezzo.

In tale maniera, che l'anima,
pensando di avere a ritornare nel corpo per impiegarsi nelle vili opere del senso,
grandemente si duole et senz'altro non ritornerebbe mai se non dubitasse
che per la lunga dimora in tale estasi si spiccherebbe al tutto dal corpo.

Perciocchè quelli sottilissimi spiriti nei quali ella dimora se ne sagliano al capo,
e però alcuni sentono un dolcissimo prurito nel capo dove son gli istrumenti intellettuali:
et a poco a poco svaporano, i quali se tutti svaporassero, senz'altro l'uomo morrebbe.

Et però sono più atti a quest'estasi quelli che hanno il cranio aperto
per la cui fessura possano esalare alquanto gli spiriti;
altrimenti se ne raduna tanti nella testa che l'ingombrano tutta,
et gli organi per così gran concorso si rendono inabili.

Questa credo che sia l'estasi platonica della quale fa menzione Porfirio,
che da questa Plotino sette volte fu rapito, et egli una volta;
essendo che di rado si trovan tante circostanze in un uomo.

Con tutto ciò, in due o tre anni potrebbe anco succedere tre o quattro volte;
et quelle cose che allora si intendono, bisogna subito scriverle et diffusamente,
altrimenti voi ve le scordereste et rileggendole poi non l'intendereste.

- Tommaso Campanella -

Catene

Catene

L'uomo nasce libero ma ovunque è in catene

Un uomo si sveglia una mattina in catene... e non sa come togliersele.

Per anni cerca qualcuno che lo possa liberare
finché un giorno passa davanti alla bottega di un fabbro
e vedendo che quello forgia il ferro gli chiede di aiutarlo.

Il fabbro acconsentì e con due colpi ben assestati rompe le catene.

L'uomo volle allora dimostrargli la sua gratitudine
e si mise a lavorare per lui diventandone il servo.

Passarono gli anni
e per il resto della vita quell'uomo rimase incatenato al fabbro
così trasformandosi in schiavo.

~ ~ ~ ~ ~

Solo, con le sue catene.
L’uomo vive e soffre di sé stesso, per essere nato e poi vissuto...
per non aver avuto troppo coraggio o per il troppo osato.
Piange e si dispera.
Ai polsi bruciano le catene delle sue sofferenze...
brillano dello scintillio della sua esuberanza...
rumoreggiano per la pesantezza dei suoi rimorsi.
Non trova pace alle sue angustie, non trova scampo ai rancori...
guarda sé stesso e non si trova...
non riconosce la sua voce, non sente le rassicurazioni della sua mente...
e resta lì, cristallizzato nel tempo
incapace di cogliere i colori dell’aria il respiro dell’erba...
i consigli del mare, la tenerezza della terra.

domenica 22 settembre 2024

Nel sogno

Nel sogno


L'ultimo pensiero cosciente prima di assopirsi fu per lei:

" Vagherò insonne questa notte
in un luogo d
ove svelerò alla luna verità brucianti del mio passato.
Lì abbandonerò le mie certezze
e mi siederò sul freddo di un lucido scoglio
per lasciarmi penetrare da silenzi ansiosi.
Questa notte i miei pensieri toccheranno il limite dell'universo
e attenderò le prime luci di un'alba non voluta.
Questa notte non potrò sussurrare al vento parole dimenticate.
Questa notte avrò il Paradiso o l'Inferno...
Forse questa notte
non conquisterò i picchi più alti delle mie emozioni proibite
ma verrò da te... e mi perderò nel buio della tua stanza."

~  ~  ~  ~  ~

Fu così che quella notte lui apparve nel suo sogno.

Si erano lasciati per sempre soltanto pochi giorni prima
e adesso lo ricordava malinconico come un sole al tramonto...
evanescente
come l’acqua del mare che resta nella mano chiusa a pugno...
distante... come un treno che si è appena perso.

Le andò vicino infilandosi incorporeo tra le lenzuola
emanando un forte calore
che l'avvolse leggera come la tela di un paracadute.
Impertinente come gli capitava raramente
scivolò nelle pareti del suo corpo come un aliante tra versanti rocciosi
facendole roteare gli occhi sotto le palpebre socchiuse dal torpore.

La lancetta delle ore dell’orologio sul comodino
s’allungò fino a confondersi con i minuti...
e i centimetri di piacere divennero chilometri di autostrade
che s’infilavano nel tunnel buio di una passione governata.

 Sempre più in alto s'innalzava Selene nel cielo stellato.

Scontornato e immateriale come un sentimento
se ne andò così come era venuto:
a grandi balzi come l’uomo sulla luna...
inghiottito da uno dei tanti buchi neri dei suoi sogni mutati e ricorrenti.

Più invecchio

Più invecchio



« Più invecchio anch’io, più mi accorgo che l’infanzia e la vecchiaia
non solo si ricongiungono, ma sono i due stati più profondi in cui ci è dato vivere.
In essi si rivela la vera essenza di un individuo,
prima o dopo gli sforzi, le aspirazioni, le ambizioni della vita.

Gli occhi del fanciullo e quelli del vecchio
guardano con il tranquillo candore di chi non è ancora entrato nel ballo mascherato
oppure ne è già uscito.
E tutto l’intervallo sembra un vano tumulto, un’agitazione a vuoto,
un inutile caos per il quale ci si chiede perché si è dovuto passare.»

- Marguerite Yourcenar -
Archivi del Nord

La Riforma

La Riforma


[...]
... e tu che ne pensi di questa riforma con cui ci hanno rotto gli zebedei
riguardante l'elezione diretta del Premier e che ogni tanto riaffiora ?
Un argomento che ancora non mi è chiaro nella sua attuazione
nei rischi e nelle finalità ...
[...]
Ci risentiamo.
C......

C...... carissimo
[...]
... ti riassumo e commento con la mia personale opinione.
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Le immagini in testa

 Le immagini in testa

La creazione del consenso non è un'arte nuova

Nel 1922, Walter Lippmann definì come segue il concetto di “opinione pubblica”:

Le immagini che gli esseri umani hanno nella testa,
le immagini di sé stessi, degli altri, dei propri scopi e obiettivi, delle proprie relazioni,
rappresentano le loro opinioni pubbliche.
Queste immagini, quando vengono gestite da gruppi di persone
o da persone che agiscono in nome di gruppi, diventano Opinione Pubblica
con le iniziali maiuscole. ”

Il libro di Lippmann, L’Opinione Pubblica
pubblicato un anno dopo l’uscita de La psicologia di massa di Freud, che trattava temi simili,
fu un prodotto del periodo trascorso all’interno del gruppo di Rees.
È tramite i media, scrive Lippmann,
che la maggior parte delle persone elabora quelle “immagini nella testa
il che garantisce ai media “un potere spaventoso”.

Nel suo libro, Lippmann osserva che la gente è più che disposta
a ridurre problemi complessi in formule semplicistiche
e a formare la propria opinione secondo ciò che credono che gli altri intorno a loro credano;
la verità non ha nulla a che fare con le loro considerazioni.
L’apparenza di notizia fornita dai media conferisce un’aura di realtà a queste favole:
se non fossero reali, allora perché mai sarebbero state riportate ?
pensa l’individuo medio secondo Lippmann.
Le persone la cui fama viene costruita dai media, come le star del cinema
possono diventare “ opinion leaders 
con il potere di influire sull’opinione pubblica quanto le personalità politiche.

Se la gente pensasse troppo a questo procedimento
il giocattolo potrebbe rompersi; ma Lippmann scrive:

La massa di individui completamente illetterati, dalla mente debole, rozzamente nevrotici, sottosviluppati e frustrati è assai considerevole; molto più considerevole, vi è ragione di ritenere, di quanto generalmente si creda. Così viene fatto circolare un vasto richiamo al popolo tra persone che, sul piano mentale, sono bambini o selvaggi, le cui vite sono un pantano di menomazioni, persone la cui vitalità è esaurita, gente ammutolita e gente la cui esperienza non ha mai contemplato alcun elemento del problema in discussione.

Il montaggio

 Il montaggio


A 19 anni Alexsandr Dmitric Psar
ha venduto, per i trent’anni a venire, la sua anima al diavolo.
 È accaduto a Parigi, nella chiesa di Notre Dame,
e il diavolo indossava le vesti di un funzionario del Kgb.
In cambio della sua dedizione alla causa, e una volta scaduti i termini,
potrà finalmente mettere piede in quella Russia che non ha mai conosciuto
e esaudire così, per interposta persona,
quello che era sempre stato il desiderio di suo padre, Dmitri Alexsandrovic Psar,
fuggito dal suo Paese ai tempi della Rivoluzione d’ottobre,
ma rimasto per tutta la sua vita in terra di Francia un esule infelice.
Nei trent’anni del patto faustiano,
Alexsandr è stato un formidabile «agente di influenza» nel mondo editoriale francese.
Ha veicolato informazioni false, ha praticato ogni disinformazione possibile e immaginabile,
ha pianificato campagne intellettuali
per minare tutto ciò che è alla base di ogni civiltà occidentale che si rispetti:
la famiglia, il matrimonio, l’educazione, il rispetto per le istituzioni.
Gli intellettuali francesi hanno abboccato all’amo
e preso per vero ciò che era un sapiente «montaggio» di menzogne.
Quando qualcuno fra loro ha subodorato il marcio,
il Kgb ha fornito al suo agente-ombra tutto il necessario per neutralizzare il pericolo:
ricatti a luci rosse, denaro per corrompere, violenza allo stato puro… 
Adesso che però il patto sta per arrivare alla sua data fatidica,
Psar si accorge che il Cremlino, nella figura del suo superiore di Parigi,
il maggior generale Abdulrakmanov, non è disposto a onorarlo
e che l’ultimo «montaggio» che gli viene richiesto, la creazione di un finto dissidente
grazie al quale gettare il discredito su quelli veri e fuoriusciti dall’Urss,
in realtà è una trappola destinata a perderlo…
Che fare, si chiede leninianamente Psar ?

~.~ ~ ~ ~ 

 Nessun romanzo del novecento ha raccontato così in profondità
i meccanismi della disinformazione
e analizzato così lucidamente il ventre molle delle democrazie occidentali
come questo capolavoro di Vladimir Volkoff.