Suggerimento

Se hai ragione non hai bisogno di gridare.

T. de Chardin :
" Basta che la Verità appaia una sola volta, in una sola mente, perché nulla possa più impedire d'invadere tutto e d'incendiare tutto "

SAPERE AUDE ! ET SI OMNES EGO NON

martedì 30 gennaio 2024

Sfumature di un rapporto virtuale

Sfumature di un rapporto virtuale

Ciao F. 
eccomi dopo uno strameritato weekend sul lago.

La chat sarà anche un moderno mezzo di comunicazione
praticissimo per lavoro e per tanti altri usi
ma io, come te, preferisco la lettera intesa nel senso classico.
Sono sempre stata una piccola scrivana o, se preferisci, una “ amie de plume ”

Ricordo ancora l’impazienza di percorrere la strada
dalla fermata del tram a casa, di ritorno dalla scuola...
volare sui 10 gradini per raggiungere la cassetta postale
ed ecco… una busta fare capolino pronta per me.

Che belle lettere lunghe, importanti.
Frammenti della nostra vita, diario delle nostre emozioni
Ci volevano quindici o venti giorni
e quindi avevamo tutto il tempo e lo spazio di raccontare i momenti più belli o più tristi
fino alla quindicina successiva.
Una sorta di diario epistolare… ma, soprattutto, una testimonianza.
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domenica 28 gennaio 2024

Mondi invisibili - 3

 Mondi invisibili - 3

Non appena si accorsero di me ebbero un atteggiamento quasi di sorpresa.
Ma mi sembrò non più di tanto.
E alzandomi dalla panchina
mi stupì anche l’assoluta mancanza di stupore da parte mia.
Forse … perché in quella dimensione
si acquisisce un senso delle proporzioni ben più equilibrato.

La coscienza sembrava anestetizzata
e la sensazione provata
era quella di trovarmi in un foro di quella dimensione
che tutti percepiamo parlando del metafisico
ma che poi non riusciamo mai a descrivere e dettagliare con le parole.

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Spiritualità immunizzata

Spiritualità immunizzata


« Alcuni nascono con sistemi immunitari spirituali.
Prima o poi si accorgono che la visione del mondo è illusoria
ed è innestata su di loro dalla nascita attraverso il condizionamento sociale.
Cominciano a percepire che qualcosa non va e iniziano a cercare risposte.
Cercano, ricercano e scoprono che esistono lati della realtà
di cui gli altri non sono del tutto consapevoli.
È così che inizia il loro viaggio,
viene compiuto seguendo il cuore invece di seguire la folla
e scegliendo la conoscenza al di sopra dei veli dell'ignoranza. »

- Henri Bergson -

Il Nulla apparente del Tutto

Il Nulla apparente del Tutto


" Portami un frutto da quell'albero "
" Eccolo Maestro"

" Aprilo "
" L'ho aperto "

" Cosa vedi al suo interno ? "
" Dei piccolissimi semi, o Venerabile "

" Aprine uno "
" L'ho aperto "

" Cosa vedi ? "
" Nulla di nulla "

" Figlio mio, da codesto nulla di nulla, in verità, nasce quest'albero maestoso.
Da codesto nulla di nulla è costituito ciò che esiste...
Quello è il Reale, quello è l'Essenza...
Quello Sei Tu ! "

Upanishad

venerdì 26 gennaio 2024

Ierofania

Ierofania



La manifestazione del sacro
 ovvero il modo in cui in un dato momento storico, l’uomo si pone davanti a sacro.

Certe manifestazioni del sacro hanno un destino locale, legate al luogo e al tempo,
altre sono universali.
Esempio : gli indiani venerano un Albero particolare, Asvattha :
questa manifestazione del sacro è chiara soltanto per loro
che vedono in quella specie una Ierofania, non solo un albero.

Gli indiani come altre antiche civiltà
riconoscono l’albero cosmico ovvero l’axis Mundi, Ierofania universale.

Nei tempi antichi
molti elementi della natura - cielo terra acqua fuoco aria, oggetti, gesti, luoghi
erano considerati ierofanie, manifestazione del sacro

Esempio :
la pietra che stabiliva il confine per i Romani era sacra al Dio Terminus
e per essa erano sacrificati animali e si ponevano offerte;
quella pietra è una Ierofania, intesa come manifestazione del sacro.

Ierofante è il sacerdote supremo che celebrava il culto delle ierofanie.
Sommo sacerdote dell’attica, dei riti misterici eleusini.

- Mircea Eliade -

E crearono la Squola

E crearono la Squola


« Se andate a parlare con i bambini dell'asilo o della prima elementare
troverete classi piene di appassionati di scienza.
Fanno domande profonde. Chiedono :
" Cos'é un sogno ? - Perché abbiamo le dita dei piedi ?
Perché la Luna è rotonda ? - Qual'é il compleanno del mondo ?
Perché l'erba è verde ? "
Sono domande profonde e importanti.
Vengono fuori da sole.
Se andate a parlare con i ragazzi dell'ultimo anno delle superiori
non c'é nulla di tutto questo.
Non sono più curiosi.
Tra l'asilo e l'ultimo anno delle superiori è successo qualcosa di terribile. »



« E crearono la scuola come il "diavolo" aveva ordinato.

Il bambino ama la natura, quindi l'hanno chiuso in quattro mura.
Non può stare seduto per ore senza muoversi,
quindi hanno ridotto al minimo la sua libertà di movimento.

Gli piace lavorare con le mani
e hanno iniziato a presentargli informazioni e teorie.
Ama parlare sinceramente - gli hanno insegnato a tacere.
Si sforza di capire - gli hanno insegnato a memorizzare.
Vorrebbe esplorare da solo e usare la propria conoscenza (dell'anima)
ma ha ottenuto tutto in forma preconfezionata su decine di fogli di lavoro grigi.

Attraverso tutto questo,
i bambini hanno imparato ciò che non avrebbero mai imparato
in altre circostanze :
hanno imparato a non mettere in dubbio nulla e ad adattarsi. »



Controprova 

Il mondo della scuola è stato stravolto.
Il ruolo dei docenti trasfigurato nella sostanza e nel merito.
Ma se si escludono le proteste di insegnanti e presidi
direttamente coinvolti nel proprio “ particulare
all'italiano medio dell'istruzione pare non importi proprio nulla.


Fonema - 18

 



giovedì 25 gennaio 2024

La cecità del Fato

La cecità del Fato

Se nelle pagine che seguono c’è qualche verso ben riuscito,
mi perdoni il lettore la sfrontatezza di averlo composto prima di lui.

Tutti siamo la stessa persona;
le nostre nullità differiscono così poco,
e così tanto influiscono le circostanze sulle anime,
che è quasi una casualità che tu sia il leggente e io lo scrivente”.

- Jorge Luis Borges -


La filosofia si può insegnare ?

La filosofia si può insegnare ? 


La filosofia non è, come una qualsiasi scienza empirica, una cosa che si può insegnare.
Una scienza è composta di fatti certi
di esperienze compiute, e di generalizzazioni provvisorie
e chiunque possegga un'intelligenza media e una discreta memoria può impararla.
Se dopo non manderà innanzi la scienza e non inventerà nulla di nuovo
per lo meno potrà dire di sapere quella scienza e, al bisogno,
potrà anche trasmettere ad altri le sue conoscenze.
Per la filosofia il caso è diverso.
La filosofia non è raccolta di fatti, non è registrazione di cifre
non è un semplice insieme di generalizzazioni empiriche.
Essa è la forma più alta dell'attività teorica dell'uomo
è sforzo personale, è intuizione, creazione.
Essa corrisponde, nella direzione intellettuale,
a quel ch'è la poesia nella direzione immaginosa e sentimentale.
Vale a dire che filosofi si nasce, non si diventa;
che soltanto gli uomini di genio che filosofano si possono veramente chiamare filosofi
e che c'è, dunque, un estro filosofico come c'è un'ispirazione poetica e un'estasi religiosa.

(…)

Chi s'è mai sognato d'insegnare agli altri a diventar poeti ?
Se pur ce ne sono stati erano di certo degli sciocchi, che non son riusciti a nulla.
Si può insegnar la retorica e la metrica
ma non si può mai dare, a chi non ce l'ha, l'anima poetica.
Ora lo stesso si può dire della filosofia
la quale non si può insegnare se non a quelli che son già filosofi nell'anima,
che son trasportati da un impulso fortissimo antico alla ricerca concettuale del vero,
e costoro, in generale, non hanno gran bisogno di maestri di carne, parlanti da una cattedra,
ma vivono in compagnia dei grandi spiriti morti, leggendone e meditandone le opere.
E così come è scomparsa, nelle scuole, l'abitudine d'insegnare a far versi latini
così si deve proibire che si pretenda insegnare la filosofia,
la quale, per sua natura, vien concessa a quei pochissimi,
i quali insegnano a tutto il genere umano per mezzo dei loro libri.

E non si dica che non si tratta d'insegnare a creare filosofie nuove
ma conoscere e comprendere quelle passate, sia antiche che recenti.
Giacché la filosofia, non essendo una meccanica congerie di conoscenze positive
non può essere, nonché creata
neppur compresa da quelli che non son nati per essa,
e anche se costoro imparassero a memoria tutte le formule del maestro,
e questo fosse pur un grandissimo filosofo, non diventerebbero spiriti filosofici.

W.I. - G. Papini



Eppure...

mercoledì 24 gennaio 2024

Bramosia di un mondo altro

Bramosia di un mondo altro

Un bimbo piccolo nel passeggino
totalmente assorto dal cellulare che tiene in mano:
è questa l'immagine che più di ogni altra
rappresenta l'essenza profonda del tempo che stiamo vivendo,
in questo preciso istante.

Mettendo da parte per un momento ogni discorso etico o morale
sull'opportunità dell'uso della tecnologia da parte dei piccolissimi,
resta un fatto indiscutibile: messo di fronte alla possibilità di scegliere,
l'infante vedrà quell'apparecchio
come l'oggetto che più è in grado di attirare la sua attenzione.
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Valutazioni istintive

Valutazioni istintive

Nel corso della vita
si incontrano persone meravigliose e straordinarie
altre invece ... decisamente sgradevoli.
Su tutte loro si cambiano molto spesso le proprie opinioni
fino a tornare immancabilmente a quella " prima impressione "

Il motivo sta in quei primi 20 secondi in cui
... senza sovrastrutture mentali ...
l'istinto può valutare veramente qualcuno.

E quasi sempre fa centro.

domenica 21 gennaio 2024

Almeno tu nell'Universo

 Almeno tu nell'Universo

L'ignoranza usufruita

L'ignoranza usufruita


«... si tratta di gente ignorante, e la società mette a frutto l’ignoranza di questa gente.
Professo’, sui delitti e sui reati che commettono gli ignoranti
si muove e vive l’intera macchina mangereccia della società costituita.
L’ignoranza è un titolo di rendita.
Mettetevi un ignorante vicino e campate bene per tutta la vita.
Ma l’ignorante ha capito.
Ha capito che " chi tiene santi va in Paradiso ", e dice :
« Se vado in tribunale per appianare questa vertenza, con tutto che ho ragione,
può darsi che la parte avversaria o si serve dei “santi” che probabilmente tiene in paradiso,
o presenta tre o quattro testimoni falsi...»
(...)
Ora mo, l’ignorante invece di correre il pericolo di andare in tribunale
va direttamente, di persona, dalla parte avversaria per farsi giustizia con le sue mani.
Lui va carcerato lo stesso, è vero, ma la parte avversaria se ne va al camposanto ».


Pecore nere

Pecore nere


Le pecore nere di una famiglia
sono in realtà liberatrici del loro albero genealogico.

Membri della famiglia che non si adattano alle regole o alle tradizioni familiari,
coloro che cercano costantemente di rivoluzionare le credenze.
Coloro che scelgono strade contrarie ai percorsi ben battuti delle linee familiari,
coloro che sono criticati, giudicati e persino respinti.

Questi sono chiamati a liberare la famiglia da schemi ripetitivi
che frustrano intere generazioni.

Queste cosiddette “pecore nere”, quelle che non si adattano,
quelle che ululano con la ribellione,
in realtà riparano, disintossicano
e creano nuovi rami fiorenti nel loro albero genealogico.

Innumerevoli desideri non realizzati, sogni infranti o talenti frustrati dei nostri antenati
si manifestano attraverso questa rivolta.

Per inerzia, l’albero genealogico
farà di tutto per mantenere il decorso castrante e tossico del suo tronco,
che renderà il compito del ribelle difficile e conflittuale.

Smetti di dubitare e prenditi cura della tua rarità
come il fiore più prezioso del tuo albero ”.

Sei il sogno di tutti i tuoi antenati.

- Bert Hellinger -

venerdì 19 gennaio 2024

Tutto cangia e il ciel s'abbella

 Tutto cangia e il ciel s'abbella

Da ascoltare senza giudicare
perché quel che vale è sempre il messaggio e non il messaggero.


Non va sprecato fiato con chi non vuol capire.
 L'ignoranza è una scelta... un angolo caldo
dove troppi si trovano bene e si sentono a proprio agio.
Se non serve stupirsi di tante persone che seppur intelligenti
non usano la propria capacità intellettiva
figuriamoci riguardo gli ignoranti che insistono nel non voler capire
ma vogliono tuttavia sembrare intelligenti.

C'é chi si danna da solo scegliendo il male... e lo difende pure.
Ma è risaputo : ognuno difende ciò da cui si sente rappresentato.

Fortunatamente però
c'é anche chi non potendo più negare l’evidenza dei fatti
... pur essendo schierato ... 
esprime tuttavia con onestà intellettuale lo status quo.


Gianfranco Funari

Gianfranco Funari


" In fin dei conti è il sedere che spacca l'umanità in due categorie :
quelli che lo baciano e quelli che lo pijano a carci."
- G. Funari -



Si poteva essere d'accordo o in disaccordo con lui
... personaggio non semplice ...
ma di straordinaria intelligenza e onestà intellettuale
con la lingua dispensatrice di rasoiate concettuali mai gratuite. 


Gli va riconosciuta una genialità comunicativa 
sul come fare informazione senza genuflettersi al Sistema
dando voce ad un popolo stanco e silente.

💥

" ... sono quelli che mi hanno rovinato la vita... a me... ideologicamente "


Perché si sa : solo chi striscia non inciampa.

Effetti tecnologici

Effetti tecnologici

« Il primo effetto della tecnologia elettrica è stato l'ansia.
Quello attuale sembra sia la noia.
Siamo inizialmente passati per le tre fasi – allarme, resistenza, spossatezza
che si verificano in ogni malattia
e in genere di fronte a ogni situazione critica, individuale o collettiva. »

« Ogni invenzione o tecnologia è un'estensione o una auto-amputazione del nostro corpo
che impone nuovi rapporti e nuovi equilibri tra gli altri organi e le altre estensioni del corpo. »

« L'accettazione docile e subliminale della loro influenza
ha trasformato i media in prigioni senza muri per gli uomini che ne fanno uso. »

« I nuovi media e le nuove tecnologie con cui amplifichiamo ed estendiamo noi stessi
costituiscono una sorta di enorme operazione chirurgica collettiva
eseguita sul corpo sociale con la più totale assenza di precauzioni antisettiche. »

- M. McLuhan -


Qui e ora

 Qui e ora

« Quando guardo al mio passato ritrovo ciò che sono stato,
ma chi è che ricorda ?
È una domanda molto interessante.
Io non sono i miei ricordi, perché ciò che è stato non è più.
Ma dov’è colui che guarda indietro ?  È nel presente. Che cosa significa presente ?
Il presente è come un pesce: appena lo afferri ti sfugge, è inafferrabile.
Appena voglio osservare il presente, il presente è già passato.

È così facile dire: essere nel “qui e ora”, ma dov’è il qui e ora ?
Non pensiamo che la risposta sia così semplice.
Quando riflettiamo sul “presente” ci ritroviamo immersi in paradossi:
il qui e ora sulla terra non esiste.
Voglio solo accennare a questo enigma: ognuno di noi sa cosa significa “ora”.

Ognuno sa che può avvicinarsi al presente in modo intuitivo,
ma non è in grado di definirlo e tanto meno di misurarlo.
 Alcuni fisici impazziscono con questo tema, altri ne sono affascinati.

Essi dicono che un “secondo” naturalmente può essere diviso, ma a quel punto
una parte è già passata, mentre l’altra è ancora nel futuro.
Se si divide ancora, i secondi diventano nanosecondi
e anche dei nanosecondi, una parte è già passata e l’altra è nel futuro...
si può procedere così all’infinito, il che significa che il “qui e ora
è sempre nel mezzo tra passato e futuro; è un tempo intermedio misterioso.

Noi possiamo avvicinarci a questo enigma solo con un linguaggio spirituale e poetico.
Si potrebbe dire che il “presente” sono i momenti della ricongiunzione dell’essere umano
con la sua parte superiore, con il suo Io.
Nessun essere umano nasce come essere completo, integro.
Con una parte del nostro essere noi rimaniamo nel mondo spirituale.
Quella parte che non si incarna è l’Io.

Il vero Io non entra nella dimensione spazio-temporale della vita terrena,
così possiamo dire, che viviamo l’attimo presente
quando interiormente ci ricongiungiamo con la parte spirituale del nostro essere,
con il nostro Io superiore” che è "spirito eterno ”.

Henning Koeler - La melodia del futuro

Fonema - 17


mercoledì 17 gennaio 2024

Reazioni istintive

Reazioni istintive

Media docent et parvulă discunt

Sorrisi a parte c'é di che riflettere.
E tanto.
Scopri perché

martedì 16 gennaio 2024

Il terrore contro la spiritualità

Il terrore contro la spiritualità

A proposito della Pandemia così rifletteva :

« Insomma credete davvero che siamo tutti stupidi ?!
L’allerta permanente, alla lunga, ottiene l’effetto contrario
come nella famosa storia di “Al lupo, al lupo”.

La sicurezza non esiste, a nessun livello e a nessun titolo,
e tuttavia è necessario vivere, lavorare, andare a scuola,
fare le cose di tutti i giorni, viaggiare, riposarsi.
Non si sentono altro che numeri che si contraddicono
e che sono anche molto noiosi.

Mentre “giocate” ai bollettini, la vita continua senza di voi.
Ogni giorno che passa restate più indietro.
Siete terrorizzati dalla vita della quale la morte fa parte integrante.
E non c’è cura, non c’è vaccino, non perché non ci sia vaccino,
ma perché risolto un problema se ne presenta subito un altro.

La vita è in divenire e ci mette alla prova di continuo.
Bisogna imparare a esistere in pace e a convivere anche con le cose brutte.
Dobbiamo darci pace altrimenti la nostra non sarà mai vita, ma puro terrore.
Lasciate che i ragazzi vadano a scuola in un modo possibile.
Lasciate che loro e anche noi respiriamo ossigeno e non anidride carbonica.
La vita si cura da sé: lo fa da millenni.

Ricordate che la vita avanza verso la vita
e non, come tendiamo a pensare noi, verso un oscuro oblio.

Nella nostra epoca - cosiddetta civile - manca la cultura della Morte,
che è solo un momento di passaggio verso uno straordinario meglio
che noi non possiamo nemmeno immaginare
perché siamo limitati dal gioco di ruolo che stiamo vivendo qui.
Se solo ricordassimo un barlume della magnificenza che ci attende
andremmo via subito.

Per favore
restiamo fermi solo un attimo a respirare lentamente e a guardaci intorno.
La bellezza ci parla di amore, di gioia e di verità.
Vi sarà capitato di vedere dormire un neonato serafico,
al sicuro da tutto, al suo posto nel cosmo.

Noi ci agitiamo e invece dovremmo rallentare.
L’eternità è. Non va e viene :
 è il nostro destino cosmico - nessuno può togliercela -
l’eternità è da sempre e per sempre, è in questo preciso momento qui,
noi siamo insieme con lei in tutte le cose.

Gocce di mare, granelli di sabbia, alte montagne, piccoli fiori delicati, galassie sconfinate.

Se il nostro destino è l’Eterno cosa volete che ci faccia un virus
che peraltro ha un posto e una funzione a sua volta nel creato?

Noi siamo qui per uno scopo ben preciso,
sperimentare e scegliere, dopo molti tentativi ed errori,
l’AMORE dal quale proveniamo e che tutto tiene insieme.

Il nostro destino non è la sofferenza né la morte, bensì luce risplendente e gioia senza fine.

Non ci lasciamo rinchiudere in un bozzolo di numeri,
lasciamo invece che la gioia
la più alta espressione della vita stessa ” sia dovunque e per tutti.

Noi, Gaia, il Covid, il clima, le donnole, gli opossum e i cristalli di rocca,
i guerriglieri, gli afroamericani, i malati ...
siamo uno
e stiamo giocando insieme al gioco della vita che ci riporta come un fiume,
ansa dopo ansa, all’iridescente meraviglia da cui veniamo
e a cui faremo inevitabilmente tutti ritorno. »

Maria Fida Moro - 31 Agosto 2020
( Ripreso dal WEB )


... testimone e narratore a suo tempo di verità epocali ...
messo a tacere per far spazio alla pratica del terrore
come mezzo per inculcare paure e contrastare la crescita spirituale.

sabato 13 gennaio 2024

Popoli in declino

Popoli in declino


" I popoli in declino smarriscono innanzitutto il senso della misura.
Si attengono al particolare,
si gettano con sguardo miope su ciò che è limitato e insignificante,
antepongono il condizionato all'universale;
poi cercano il godimento e la sensualità,
cercano di soddisfare l'odio e l'invidia che nutrono verso il vicino,
 nella loro arte si rappresenta ciò che è unilaterale,
ciò che è valido solo da un determinato punto di vista,
poi ciò che è guasto, disarmonico, stravagante,
infine, ciò che eccita e turba i sensi e da ultimo l'immoralità ed il vizio.
Nella religione, l'interiorità si degrada a mera forma oppure a fanatismo sfrenato,
viene smarrita la distinzione tra bene e male,
l'individuo disprezza la totalità e persegue il suo personale piacere e la perdizione,
e così quel popolo cade preda della disgregazione interna o di un nemico esterno,
più barbaro ma più energico..."


Le borse

 Le borse 



Sono sempre andate di moda

I danni delle specializzazioni

I danni delle specializzazioni

È evidente che nessuno scienziato è in grado, da solo,
di padroneggiare tutte le tecniche necessarie allo studio di un solo problema umano.

Cosi il progresso della conoscenza di noi stessi richiede diversi specialisti,
ciascuno dei quali si dedica allo studio di una parte del corpo,
o della coscienza, o delle loro relazioni con l’ambiente;
ogni specialista sarà anatomista, o fisiologo, chimico, psicologo, medico, igienista,
educatore, sacerdote, sociologo, economista.
Inoltre, ogni specialità si divide in parti sempre più piccole:
vi sono specialisti per la fisiologia delle ghiandole, per le vitamine, per le malattie del retto,
per quelle del naso, per l’educazione dei bambini, per quella degli adulti,
per l’igiene delle fabbriche, per quella delle prigioni,
per la psicologia di tutte le categorie di individui,
per l’economia domestica, per l’economia rurale ecc...

Proprio grazie a questa divisione del lavoro, si sono sviluppate le scienze particolari.
La specializzazione degli scienziati è indispensabile, ed è impossibile a un solo specialista,
attivamente impegnato nello svolgimento del proprio compito, conoscere l’insieme dell’uomo.
Questa situazione è resa necessaria dalla grande estensione di ogni scienza,
ma presenta alcuni pericoli.
Per esempio, Calmette, che si era specializzato in batteriologia,
volendo impedire il diffondersi della tubercolosi nella popolazione francese,
naturalmente prescrisse l’uso del vaccino che aveva inventato.
Se, invece di essere uno specialista,
avesse avuto una più vasta conoscenza dell’igiene e della medicina,
avrebbe consigliato misure igieniche riguardanti al tempo stesso l’abitazione,
l’alimentazione, il sistema di lavoro e le abitudini di vita della gente.

Un fatto analogo si verificò negli Stati Uniti, nell'organizzazione delle scuole elementari.
John Dewey, un filosofo, si impegnò a migliorare l’educazione dei fanciulli,
ma i suoi metodi si rivolsero solo allo schema del bambino che aveva creato in lui
la sua deformazione professionale.
Come poteva, un’educazione simile, essere quella giusta per il bambino reale ?
La specializzazione estrema dei medici è ancora più dannosa.
L’essere umano ammalato è stato suddiviso in piccole regioni,
e ogni regione ha il suo specialista.
Quando costui si consacra, fin dall'inizio della sua carriera,
all'analisi di una parte minuscola del corpo, rimane così ignorante del resto,
che non è in grado di conoscere nel dettaglio neppure quella parte.

Un fenomeno analogo si ha con gli educatori, i preti, gli economisti e i sociologi
che, limitandosi al loro settore particolare,
hanno tralasciato di dedicarsi a una conoscenza dell’uomo in generale.

La fama stessa di uno specialista lo rende più pericoloso.

Spesso, scienziati che si sono in modo straordinario per famose scoperte o invenzioni utili,
finiscono col credere che la loro conoscenza di un soggetto si estenda anche a tutti gli altri.
Edison, ad esempio,
non esitava a comunicare al pubblico le sue opinioni sulla filosofia e la religione,
e il pubblico accoglieva con rispetto le sue parole, ritenendo che esse
avessero la stessa autorità su questi nuovi argomenti come su quelli passati.
In questo modo grandi uomini, insegnando cose che ignorano,
ritardano in alcuni campi il progresso umano che invece hanno fatto avanzare in altri.

La stampa quotidiana ci intrattiene spesso con elucubrazioni sociologiche,
economiche e scientifiche di industriali, banchieri, avvocati, professori, medici, e così via,
la cui mente troppo specializzata non è capace di cogliere, nella loro ampiezza,
i grandi problemi del momento attuale.
Indubbiamente, gli specialisti sono necessari, e la scienza non può progredire senza di essi,
ma l’applicazione all'uomo del risultato dei loro sforzi richiede, prima,
una sintesi dei dati sparsi dell'analisi.

Una tale sintesi
non si può ottenere con una semplice riunione di specialisti attorno a un tavolo:
essa reclama lo sforzo non di un gruppo, ma di un solo uomo.
Nessuna opera d’arte è mai stata creata da un comitato di artisti,
né una grande scoperta da una commissione di scienziati.
Le sintesi di cui abbiamo bisogno per il progresso della conoscenza di noi stessi
devono essere elaborate da un solo cervello.

Oggi, i dati accumulati dagli specialisti rimangono inutilizzati,
perché nessuno coordina le nozioni acquisite e non considera l’uomo nel suo insieme.
Abbiamo molti ricercatori scientifici, ma pochissimi veri scienziati.
Questa singolare situazione
non dipende dalla mancanza di individui capaci di un grande sforzo intellettuale.

Tratto da L'uomo questo sconosciuto di A. Carrel ( ed. Luni )